2014-02-22 10:56:19

Concistoro. Il saluto del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin


Si è svolto stamani nella Basilica Vaticana il Concistoro ordinario pubblico presieduto da Papa Francesco per la creazione di 19 nuovi cardinali. Al rito è stato presente anche il Papa emerito Benedetto XVI. Papa Francesco prima di raggiungere la sua sede si è avvicinato a Benedetto XVI – che si è tolto lo zucchetto - e lo ha abbracciato affettuosamente. Era assente invece mons. Loris Francesco Capovilla, 98 anni, rimasto a Bergamo. Il segretario di Stato, il neo-porporato Pietro Parolin, ha rivolto l'indirizzo di omaggio a Papa Francesco.
“Santo Padre – ha detto il segretario di Stato - con animo commosso e trepido, Le rivolgo un devoto saluto a nome dei Vescovi che oggi sono aggregati da Vostra Santità al Collegio Cardinalizio e di mons. Loris Capovilla, che lo sarà fra qualche giorno a Bergamo. Salutiamo, con uguale affetto e venerazione, il Papa emerito, Sua Santità Benedetto XVI, lieti per la sua presenza in mezzo a noi”. (Grande applauso)

Quindi ha proseguito: “Vorrei riassumere ed esprimere i molti pensieri e sentimenti che affollano la mente e il cuore in questo momento con due parole. La prima è: ‘grazie’. Grazie, Santo Padre, per la grande fiducia manifestata nei nostri confronti! E’ la fiducia che sapremo rispondere, con fedeltà, generosità e perseveranza, alla chiamata contenuta nel simbolo della porpora ed esplicitata dall’esortazione che accompagna l’imposizione della berretta, ad essere pronti a “comportarci con fortezza usque ad sanguinis effusionem per l’incremento della fede cristiana, per la pace e la tranquillità del popolo di Dio e per la libertà e la diffusione della Santa Romana Chiesa”.

“Se, fin dall’inizio del nostro cammino vocazionale e grazie al buon esempio di tanti fratelli e sorelle, che ci hanno accompagnato nelle varie fasi della vita – ha proseguito il segretario di Stato - abbiamo ricevuto la grazia di capire che essere discepoli di Gesù è imbarcarci in una avventura di santità e di amore, la cui misura è quella di non avere misura e che può esigere anche il dono della vita – come è avvenuto e avviene per tanti cristiani nel mondo – oggi, in un certo senso, ratifichiamo in modo pubblico e solenne questa opzione. L’essere Cardinali ci abilita ad una missione e ad un servizio ecclesiali ancora più carichi di responsabilità e richiede una volontà sempre maggiore di assumere lo stile del Figlio di Dio, che è venuto in mezzo a noi come colui che serve (cfr. Lc 22,25-27) e di seguirlo nella sua donazione d’amore umile e totale alla Chiesa sua sposa, sulla Croce. ‘E’ su quel legno – diceva Papa Benedetto – che il chicco di frumento, lasciato cadere dal Padre sul campo del mondo, muore per diventare frutto maturo’. E non in maniera diversa si esprimeva Vostra Santità nella bella e affettuosa lettera che ci ha inviato dopo l’annuncio della nomina e per la quale Le siamo profondamente grati".

Il segretario di Stato ha aggiunto: "La seconda parola è: ‘eccomi’. Di essa sono piene le pagine della Bibbia, perché è risuonata sulle labbra di tutti coloro che hanno accolto la chiamata di Dio e si sono messi a sua disposizione per realizzare il suo progetto di salvezza e di pace. Pure noi la pronunciamo oggi. E vorremmo farlo con sincerità e convinzione profonde, con la stessa fede di Abramo, “nostro padre nella fede” (Rom 14, 11) e di Maria, l’umile serva del Signore (cfr. Lc 1,48), con la consapevolezza di chi confida più sulla grazia di Dio e sulle preghiere della Chiesa che sulla sua debole volontà e sulle sue fragili forze.
Eccoci, dunque, Santo Padre, per assumere quel compito che l’inserimento nel Collegio Cardinalizio significa e comporta, di essere cioè Suoi speciali collaboratori, uniti più strettamente alla Chiesa di Roma e a Colui che “presiede nella carità” e testimoni dell’unità della Chiesa e della sua universalità, proseguendo con rinnovato entusiasmo nello svolgimento delle specifiche missioni a noi affidate, nella Curia Romana o nelle varie sedi episcopali. Eccoci, Santo Padre, per camminare, edificare e confessare insieme, come Lei stesso ci esortava a fare il primo giorno del Suo pontificato, con il coraggio “di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti” (Omelia della S. Messa con i Cardinali, 14 marzo 2013). Eccoci, Santo Padre, per intraprendere e continuare, con Lei e sotto la Sua guida, ‘il cammino di una conversione pastorale e missionaria, che non può lasciare le cose come stanno’, costituendoci in tutte le regioni della terra in un ‘stato permanente di missione’ (cfr. EG 25), secondo gli orientamenti del Concilio Ecumenico Vaticano II. Le assicuriamo la nostra preghiera intensa e insistente e affidiamo i nostri propositi a Maria, Madre della Chiesa e Regina degli Apostoli. Ella, insieme a San Giuseppe, ai Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II a tutti i Santi interceda per Lei, Santo Padre, e per tutti noi qui presenti, per la Chiesa e il mondo intero! E così sia".









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