Africa-Italia: l'agricoltura al centro delle iniziative di cooperazione
In Africa, l’agricoltura è un settore economico ancora fondamentale: rappresenta il
24% del prodotto interno lordo, e impiega il 60% dei lavoratori. Tuttavia, è ben lontana
dal raggiungere le sue potenzialità. Per dare un contributo alla sua crescita, il
Ministero degli Esteri italiano ha organizzato questo giovedì il primo tavolo dell’iniziativa
Italia-Africa, dedicato proprio all’agro-alimentare, che ha visto la partecipazione
di governi africani, realtà industriali, organizzazioni non governative ed agenzie
internazionali come Fao e Ifad. L’ha seguito per noi Davide Maggiore:
È l’Africa della
speranza quella che si è riunita a Roma: non chiede aiuti ma un partenariato che permetta
di sfruttare la potenzialità dell’economia del continente grazie alle tecnologie e
ai modelli produttivi che arriveranno dalle imprese, dalle ong e dalle istituzioni
italiane. Così descrive gli obiettivi del progetto il sottosegretario italiano agli
Esteri, Mario Giro:
“Noi cerchiamo di insegnare il nostro modello
di eccellenza delle medie e piccole imprese agroindustriali, in cui la filiera, dalla
produzione alla distribuzione, sia completa. Questo ci sembra il sistema più utile,
meno minaccioso, meno invasivo, di fronte al tentativo delle grandi multinazionali
dell’alimentare, dell’agroalimentare, di creare il sistema intensivo delle monoculture”.
Il
sostegno alle piccole realtà locali è in linea anche con gli sforzi delle organizzazioni
internazionali, in un anno – il 2014 – che è dedicato proprio all’agricoltura familiare.
Lo sottolinea Kanayo Nwanze, presidente dell’Ifad:
We have, first
of all, to understand that the agricultural systems of Italy ... “Dobbiamo
innanzitutto considerare che i sistemi agricoli in Italia si fondano sui piccoli produttori.
L’Italia si è mossa verso una fase agroindustriale solo pochi anni fa: questo significa
che l’agricoltura familiare è ancora parte integrante dell’agricoltura italiana. C’è
tanto da imparare da questo. L’iniziativa tra Africa e Italia vuole fondamentalmente
rinforzare questo approccio per sostenere i piccoli agricoltori e portare le tecnologie,
le conoscenze dall’Italia ai Paesi africani”.
Il tavolo Italia-Africa non
ha trascurato le possibili difficoltà e i punti critici che l’iniziativa dovrà affrontare,
prima tra tutte la grande varietà di contesti sociali ed economici dell’enorme continente
africano. Diversi interventi, inoltre, hanno invitato a tenere conto delle tradizioni
locali e a favorire e tutelare, con gli interventi che verranno messi in campo, la
biodiversità del continente, evitando anche che la cooperazione sia ‘sbilanciata’
in direzione dei Paesi più ricchi. Dal successo dei diversi progetti non dipende infatti
solo la crescita economica, ma anche la capacità delle popolazioni africane di fare
fronte, in futuro, a siccità, carestie ed altre situazioni di emergenza. Ancora Kanayo
Nwanze:
If you want to build the resilience of populations, of vulnerable
... “Se vogliamo sviluppare la capacità di recupero delle popolazioni più
vulnerabili, è necessario aiutarle a sviluppare le loro risorse. Questo può avvenire
soltanto attraverso investimenti sostenibili a lungo termine sulle persone; questo
è il motivo per cui l’Ifad è convinta del fatto che investire sulle popolazioni rurali
significa contribuire a sviluppare la loro capacità di resistenza, che le aiuta a
far fronte a situazioni di emergenza. Quando le persone non hanno risorse anche il
più piccolo trauma può essere devastante. Quindi, l’Ifad crede negli investimenti
a lungo termine a favore delle popolazioni rurali, per sviluppare il loro patrimonio
sociale, economico e rafforzare il loro equilibrio emozionale. Questo è il più grande
aiuto che si può offrire loro. Quello che l’Ifad sta facendo è investire sulle persone
in modo tale che loro sviluppino la capacità di uscire con le loro proprie forze dalla
povertà. Questo è il solo modo per prevenire gli effetti devastanti delle emergenze”.