2014-02-20 07:39:30

28 morti in Ucraina: il Presidente Janucovich annuncia la tregua con le opposizioni


Ancora sangue in Ucraina: nella capitale, negli scontri di ieri mattina, sono morte altre 28 persone, dopo i 25 del giorno prima. Poi, in serata è arrivato l’annuncio del presidente Janucovich che parla di tregua avviata e di ripresa dei colloqui con l’opposizione. Ma nello stesso tempo il governo lancia misure eccezionali antiterrorismo. Intanto dall’Occidente arrivano dure condanne delle misure repressive e la minaccia di sanzioni. Il servizio di Fausta Speranza:

Oggi in Ucraina è giornata di lutto nazionale in memoria delle vittime, ma è anche il giorno del lancio di misure eccezionali "antiterrorismo", secondo quanto annunciato dal ministero della Difesa. E l’incognita più inquietante è il possibile intervento delle forze armate. A questo proposito è dura la reazione del segretario generale della Nato: Rasmussen dichiara: Se i militari interverranno contro l'opposizione, i legami con l’Alleanza atlantica saranno seriamente danneggiati". Finora l’esercito aveva sempre fatto sapere di non voler intervenire in Piazza Maidan. Ma il presidente Janucovich ha sostituito il comandante delle Forze armate con un uomo di sua fiducia. Anche se ufficialmente nelle ultime 24 ore non era stato di emergenza, Maura Morandi analista dell’Osservatorio dei Balcani raggiunta in Ucraina da Debora Donnini, conferma particolari misure restrittive:RealAudioMP3

R. – La situazione rimane molto, molto tesa. Il rischio di nuove violenze è altissimo. Ieri i servizi di sicurezza hanno lanciato effettivamente un’operazione di antiterrorismo in tutto il Paese e c’è stata questa nuova dichiarazione del ministro della Difesa, che dice che l’esercito potrebbe intervenire in quest’operazione. Finora invece l’esercito ha sempre tenuto le distanze dalla situazione di Maidan e ha sempre detto che non sarebbe intervenuto. Fino ad oggi anche le autorità hanno dichiarato che lo stato di emergenza non è in discussione, ma ci sono sempre più segnali che fanno capire che anche se uno stato di emergenza non verrà esplicitamente dichiarato, vengono tuttavia prese tante misure di restrizione, come ad esempio la chiusura di Kiev - non c’è più transito in entrata di macchine e treni – proprio per evitare che la popolazione dalle regioni si sposti verso Kiev per contribuire alle proteste.

Ferma anche la reazione dell’Unione Europea: oggi sono stati convocati d’urgenza i ministri degli Esteri e il capo della diplomazia, Catherine Ashton ribadisce che tutte le opzioni di intervento sono aperte: si parla di sanzioni, non nei confronti del Paese, ma del presidente. E anche dagli Stati Uniti arriva l’appello a soluzioni pacifiche: Obama raccomanda: no a ingerenze militari. Ma nella comunità internazionale c’è una voce che si distingue: la Russia si schiera apertamente con le autorità ucraine e fa eco al premier ad interim che denuncia un tentativo di "colpo di Stato" da parte di quelle che definisce forze estremiste della piazza. Dunque Mosca è ai leader dell’opposizione che chiede lo stop delle violenze. Resta l’evidenza di queste ore: Ucraina spaccata, sull’orlo di una guerra civile: da una parte, le regioni orientali e meridionali, prevalentemente russofone e pro Ianukovich, dall'altra quelle centro-occidentali, dove l'opposizione - sia quella nazionalista sia quella più moderata - gode di ampi margini di consenso e dove sono stati occupai i centri di potere.







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