Ucraina: scontri con almeno 20 morti a Kiev. La protesta dilaga anche in altre città
Tensione altissima in Ucraina. Negli scontri di ieri tra manifestanti e poliziotti
sono rimaste uccise 20 persone a Kiev, mentre a Leopoli, città ad ovest del Paese,
sono stati occupati i centri del potere. Stamattina il primo ministro ad interim,
Arbuzov, accusa l'opposizione di tentare un colpo di Stato. Nella notte è fallito
il tentativo di dialogo tra il presidete Janucovich e il leader dell'opposizione.
Intanto Catherine Ashton ha convocato una riunione straordinaria del Comitato Politico
e di Sicurezza della Ue (Cops) per quello che definisce il "tragico deterioramento
della situazione in Ucraina". E ha annunciato che "tutte le opzioni saranno esplorate,
comprese misure restrittive contro i responsabili della repressione e delle violazioni
dei diritti umani". Il servizio di Giuseppe D’Amato.
Le barricate
in piazza Indipendenza (il Maidan) sono state date alle fiamme, che ora dividono le
unità anti-sommossa dai manifestanti. Alcuni palazzi del centro sono stati evacuati:
il fuoco rischia di avvolgerli. Le autoblindo sono state bloccate dal lancio delle
molotov e sono dovute tornare indietro. Alcune barricate reggono persino all'urto
dei bulldozer. Nella notte una disperata trattativa tra il presidente Janukovich ed
i capi politici delle opposizioni non ha dato alcun esito. Il leader ucraino pretende
lo sgombero del Maidan. La risposta è stata di no. Le frange radicali sono ormai fuori
controllo. Kiev è isolata dal resto del Paese, dove anche a Leopoli e Ternopol si
registrano scontri con l'occupazione dei palazzi del potere. Non conviene a nessuno
la guerra civile in Ucraina, ha commentato il premier polacco Tusk. La Germania è
favorevole ad approvare sanzioni contro le autorità di Kiev. La Russia osserva che
la violenza in Ucraina è il risultato della politica occidentale.