2014-02-19 12:06:08

Sostegno a distanza: un piccolo esercito di volontari per i popoli del Sud del mondo


La solidarietà crea Welfare, crea benessere sociale. Parte da qui il Sostegno a Distanza, popolare forma di aiuto ai popoli del Sud del mondo portata avanti da volontari, cittadini solidali e dagli stessi migranti. Per discuterne si svolge a Roma, oggi e domani, il XV Forum nazionale del Sostegno a Distanza, organizzato da ForumSad ed Elsad (Enti Locali Sostegno a Distanza), con il sostegno di Fondazione con il Sud. Il servizio di Francesca Sabatinelli: RealAudioMP3

Sono un milione e mezzo gli italiani che sostengono a distanza bambini, famiglie e comunità in situazioni di povertà in diverse parti del mondo. Ammontano a circa 500 milioni di euro l’anno le donazioni private, indirizzate per lo più in Africa, Asia e America Latina e destinate all’aiuto di bambini, ma non manca il sostegno alla comunità e alle mamme. Chi sono i donatori? Il 95% è privato, un piccolo esercito fatto di volontari, studenti, addirittura condomini che si mobilitano per il Sud del mondo. Vincenzo Curatola è il presidente di ForumSaD:

“Ci sono italiani che fanno sostegno a distanza attraverso piccoli gruppi, parrocchie, scuole, colleghi di ufficio o associazioni informali, che ancora non si sono fatti sentire, che ancora non hanno visibilità, e che però hanno una grande ricchezza non solo economica ma anche una grossa rilevanza sociale, perché molte volte sono anche volontari. Cioè: le piccole organizzazioni non hanno strutture e questa è la ricchezza del volontariato italiano”.

I due giorni di Forum, venerdì e sabato, intendono essere un momento di verifica del ruolo del Sostegno a Distanza (SaD) e uno spazio per capire se ci siano o meno i margini per la realizzazione di una rete solidale europea di Sostegno a Distanza. Inoltre, sarà l’occasione per confrontarsi su “due nuove modalità di SaD”, come quello chiamato “a vicinanza”:

“Che guarda all’Italia, non solo agli immigrati in Italia, ma anche alle fasce più vulnerabili della nostra popolazione che in questo periodo di crisi si sono molto ampliate. E il sostegno a distanza essendo uno strumento da una parte continuativo, da un’altra parte che serve per superare momenti di difficoltà, consente anche agli italiani di rendersi conto meglio della loro crisi, di saperla affrontare direttamente senza stare ad aspettare magari interventi con la bacchetta magica, e di far sì che la nostra comunità sia una comunità”.

Se quindi questa forma di sostegno si rivolge a immigrati, minori stranieri non accompagnati, donne vittime di violenza, il secondo modello coinvolge i migranti nei progetti solidali diretti ai paesi di provenienza:

“Sì, questo è importante. E’ importante perché per noi gli immigrati sono una ricchezza. Però, dobbiamo renderci conto che gli immigrati sono un impoverimento dei loro Paesi, cioè loro lasciano la miseria lì e vengono qui a creare ricchezza. E noi dobbiamo pensare invece a far sì che quella miseria lì si superi. Noi abbiamo il dovere di superare la povertà che è in quei Paesi”.

L’evento dei prossimi due giorni sarà anche l’occasione per ricordare Nelson Mandela, esempio, spiegano gli organizzatori, “del più grande sostegno a distanza che l’umanità abbia mai fatto”.

Ultimo aggiornamento: 21 febbraio







All the contents on this site are copyrighted ©.