Appello di Papa Francesco per l'Ucraina: cessi ogni azione violenta
All’udienza generale di oggi, Papa Francesco ha lanciato un forte appello per l’Ucraina.
Ieri, a Kiev, sono morte 25 persone negli scontri tra manifestanti e poliziotti e
oggi l’Unione Europea ha convocato d’urgenza per domani il consiglio dei ministri
degli Esteri. Ascoltiamo le parole del Papa:
"Con l’animo
preoccupato seguo quanto in questi giorni sta accadendo a Kyiv. Assicuro la mia vicinanza
al popolo ucraino e prego per le vittime delle violenze, per i loro familiari e per
i feriti. Invito tutte le parti a cessare ogni azione violenta e a cercare la concordia
e la pace nel del Paese".
Dopo gli scontri di ieri, che hanno provocato
25 morti a Kiev e i falliti tentativi di dialogo tra il presidente Janucovich e l’opposizione,
per discutere della situazione in Ucraina sono stati convocati d’urgenza per domani
i ministri degli Esteri dell’Unione Europea. Stamattina, si è riunito il Comitato
politico e di sicurezza della Ue (Cops) per quello che la responsabile Catherine Ashton
ha definito il "tragico deterioramento della situazione in Ucraina". La Ashton ha
sottolineato che "tutte le opzioni saranno esplorate, comprese misure restrittive
contro i responsabili della repressione e delle violazioni dei diritti umani". Dell’ipotesi
sanzioni, Fausta Speranza ha parlato con Giandonato Caggiano, docente
di diritto dell’Ue all’Università Roma Tre:
R. – Ci sono
alcune possibilità, una gamma di misure a partire da sanzioni diplomatiche, con espulsione
di diplomatici, rottura delle relazioni, sospensioni di visite ufficiali, fino a salire
anche alla sospensione di tutte le forme di cooperazione, il boicottaggio di manifestazioni
sportive o culturali. Inoltre, ci possono essere sanzioni commerciali che impediscono
l’ingresso di determinati prodotti. In particolare, in molti casi si fa presa sull’embargo
della fornitura di armi. Ci possono poi essere sanzioni finanziarie con il congelamento
di fondi - eventualmente in banche dell’Unione Europea - poi il divieto di transazioni
finanziarie e di crediti all’esportazione e agli investimenti, fino a giungere addirittura
ai divieti di volo…
D. – Qualcuno in queste ore ipotizza sanzioni individuali…
R.
– Sì. Naturalmente, c’è una possibilità di fare un intervento “chirurgico”, introducendo
in particolari misure restrittive in relazione a specifiche persone che fanno parte
del governo, o del partito che sostiene il governo, o dei gruppi che sono in qualche
maniera controllati dal governo. C’è ormai una prassi consolidata di “sanzioni intelligenti”.
Certamente, questo è solo il primo strumento…
D. – Il premier ad interim
parla di colpo di Stato da parte dell’opposizione e la Russia gli fa eco. Dunque,
qualunque misura, qualunque movimento dell’Unione Europea sarebbe comunque un braccio
di ferro con la Russia…
R. – Certamente, la crisi in atto in Ucraina è esattamente
il conflitto tra un progressivo avvicinamento all’Unione Europea e al mondo occidentale
e un ingresso nell’orbita della Russia. È questo il punto in discussione. Evidentemente,
i partiti, le fazioni che sono in questo momento alla guida di quello che comincia
a delinearsi come un vero e proprio conflitto civile fanno valere le loro ragioni.
Da una parte, l’Unione Europea – sistema articolato di mercato unico con enormi vantaggi
– e, dall’altra, invece i finanziamenti economici dati dalla Russia, in particolare
per quanto riguarda il pagamento del gas, merce fondamentale per sopravvivere ai freddi
inverni dell’Ucraina.