2014-02-18 15:00:39

Simposio sulla "Sacrosanctum Concilium". Mons Ferrer: liturgia è scuola di comunione


Si è aperto ieri mattina, presso la Pontificia Università Lateranense, il Simposio "Sacrosanctum Concilium: gratitudine e impegno per un grande movimento di comunione ecclesiale”, organizzato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti nel 50.mo anniversario della prima Costituzione apostolica del Vaticano II, dedicata alla Sacra Liturgia. Sugli obiettivi del convegno Fabio Colagrande ha sentito mons. Juan Miguel Ferrer Grenesche, sottosegretario del dicastero promotore:RealAudioMP3

R. - È necessario ringraziare Dio perché il rinnovamento liturgico è stato un vero dono per la Chiesa, un’esperienza di avvicinamento della liturgia a tutto il popolo di Dio e per l’importanza che ha avuto nel rinvigorire le spiritualità dei cristiani nelle fonti della Parola di Dio e della liturgia della Chiesa. Inoltre, per ringraziare anche i padri del Concilio e tutti coloro che hanno reso possibile questa costituzione e la sua applicazione. C’è poi l’impegno a capire cosa dobbiamo fare oggi, perché i Papi del dopo Concilio - Paolo VI ma anche Giovanni Paolo II - ci hanno esortato a continuare, lavorando sul campo, ad approfondire gli insegnamenti della Sacrosanctum Concilium e del Motu Proprio di Benedetto XVI, Quaerit semper. Ci hanno esortato anche a lavorare specialmente per aiutare tutto il popolo di Dio a penetrare nello spirito dell’insegnamento liturgico della Sacrosanctum Concilium.

D. - Quale grande movimento ecclesiale può scaturire dalla riflessione sulla Sacrosanctum Concilium?

R. - Giovanni Paolo II, nella Lettera Apostolica Novo Millennio Ineunte, il progetto pastorale per la Chiesa del nuovo millennio, segnalava che non era possibile vivere uno degli elementi fondamentali dell’ecclesiologia del Concilio, “l’ecclesiologia di comunione”, senza anche una spiritualità di comunione. La liturgia è la scuola di questa spiritualità di comunione, la liturgia ci fa apprendere che Dio è al centro di tutto e che la comunione si stabilizza nell’incontro di tutti coloro che ricevono i doni di Dio: il dono della sua Parola, il dono del suo Sacramento, il dono che Lui fa di sé stesso tramite queste realtà sacramentali. Allora, penso che il grande movimento sia movimento di una Chiesa intesa come un solo corpo con il Cristo e che capisce, ogni volta di più, che deve continuare l’opera di Cristo sulla terra.

D. - Eppure, in contraddizione con questa spinta alla comunione ecclesiale, la liturgia diventa a volte in ambito cattolico anche argomento di discussione, di divisione…

R. - Va bene discutere per cercare la verità, ma rispettando sempre la natura delle cose. Evidentemente, se si approfondisce la liturgia nella sua natura, allora uno capisce come tante discussione ecclesiali riguardino cose che sono di libera opinione, dove entrano in gioco le sensibilità, i diversi atteggiamenti spirituali e la Chiesa ha sempre rispettato, nell’unità del mistero celebrato, una diversità di forme. Bisogna però che tutti sappiano che dietro la forma - che loro praticano come strada per arrivare al Signore - devono trovarsi principalmente con quello, il Mistero, il Signore che ci offre la sua vita. Penso che si potrà lavorare sul senso di questo Simposio approfondendo sempre la verità teologica, spirituale e pastorale del mistero della liturgia. Questo ci porterà a rispettare le diverse opzioni legittime, sentendoci sempre profondamente uniti in un’unica liturgia cristiana.

Ultimo aggiornamento: 19 febbraio







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