Simposio sulla "Sacrosanctum Concilium". Mons Ferrer: liturgia è scuola di comunione
Si è aperto ieri mattina, presso la Pontificia Università Lateranense, il Simposio
"Sacrosanctum Concilium: gratitudine e impegno per un grande movimento di comunione
ecclesiale”, organizzato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei
Sacramenti nel 50.mo anniversario della prima Costituzione apostolica del Vaticano
II, dedicata alla Sacra Liturgia. Sugli obiettivi del convegno Fabio Colagrande
ha sentito mons. Juan Miguel Ferrer Grenesche, sottosegretario del dicastero
promotore:
R. - È necessario
ringraziare Dio perché il rinnovamento liturgico è stato un vero dono per la Chiesa,
un’esperienza di avvicinamento della liturgia a tutto il popolo di Dio e per l’importanza
che ha avuto nel rinvigorire le spiritualità dei cristiani nelle fonti della Parola
di Dio e della liturgia della Chiesa. Inoltre, per ringraziare anche i padri del Concilio
e tutti coloro che hanno reso possibile questa costituzione e la sua applicazione.
C’è poi l’impegno a capire cosa dobbiamo fare oggi, perché i Papi del dopo Concilio
- Paolo VI ma anche Giovanni Paolo II - ci hanno esortato a continuare, lavorando
sul campo, ad approfondire gli insegnamenti della Sacrosanctum Concilium e
del Motu Proprio di Benedetto XVI, Quaerit semper. Ci hanno esortato anche
a lavorare specialmente per aiutare tutto il popolo di Dio a penetrare nello spirito
dell’insegnamento liturgico della Sacrosanctum Concilium.
D. - Quale
grande movimento ecclesiale può scaturire dalla riflessione sulla Sacrosanctum
Concilium?
R. - Giovanni Paolo II, nella Lettera Apostolica Novo Millennio
Ineunte, il progetto pastorale per la Chiesa del nuovo millennio, segnalava che
non era possibile vivere uno degli elementi fondamentali dell’ecclesiologia del Concilio,
“l’ecclesiologia di comunione”, senza anche una spiritualità di comunione. La liturgia
è la scuola di questa spiritualità di comunione, la liturgia ci fa apprendere che
Dio è al centro di tutto e che la comunione si stabilizza nell’incontro di tutti coloro
che ricevono i doni di Dio: il dono della sua Parola, il dono del suo Sacramento,
il dono che Lui fa di sé stesso tramite queste realtà sacramentali. Allora, penso
che il grande movimento sia movimento di una Chiesa intesa come un solo corpo con
il Cristo e che capisce, ogni volta di più, che deve continuare l’opera di Cristo
sulla terra.
D. - Eppure, in contraddizione con questa spinta alla comunione
ecclesiale, la liturgia diventa a volte in ambito cattolico anche argomento di discussione,
di divisione…
R. - Va bene discutere per cercare la verità, ma rispettando
sempre la natura delle cose. Evidentemente, se si approfondisce la liturgia nella
sua natura, allora uno capisce come tante discussione ecclesiali riguardino cose che
sono di libera opinione, dove entrano in gioco le sensibilità, i diversi atteggiamenti
spirituali e la Chiesa ha sempre rispettato, nell’unità del mistero celebrato, una
diversità di forme. Bisogna però che tutti sappiano che dietro la forma - che loro
praticano come strada per arrivare al Signore - devono trovarsi principalmente con
quello, il Mistero, il Signore che ci offre la sua vita. Penso che si potrà lavorare
sul senso di questo Simposio approfondendo sempre la verità teologica, spirituale
e pastorale del mistero della liturgia. Questo ci porterà a rispettare le diverse
opzioni legittime, sentendoci sempre profondamente uniti in un’unica liturgia cristiana.