Piccole e medie imprese: in 60mila in piazza a Roma per chiedere meno tasse e meno
burocrazia
Export italiano fermo import in calo, lo dice l’Istat nel giorno in cui 60 mila artigiani
e commercianti sono scesi in piazza ieri a Roma per esprimere il malcontento di una
situazione economica soffocante e rivolgersi al governo nascente. Sono le Piccole
e medie imprese: 372mila costrette a chiudere solo nel 2013, quasi 800 al giorno.
”Non ci arrendiamo, ma il Governo e il Parlamento devono sapere che senza di noi il
Paese si ferma”,così al microfono di Emanuela Campanile, il segretario generale
di Confesercenti e Rete impresa Mauro Bussoni ieri in piazza:
R. - Siamo tanti,
che abbiamo voluto in ogni modo testimoniare la nostra difficile situazione, lo stato
di malessere…
D. - Quindi, non è una manifestazione ideologica ma una manifestazione
in cui chiedete chiaramente alcune cose. Quali?
R. - Le cose sono quelle di
sempre: meno pressione fiscale, più semplificazione, lo Stato rispetti i termini di
pagamento e lo statuto del contribuente; alle banche chiediamo di interrompere le
chiuse che hanno posto a danno delle imprese e a chi governerà di fare leggi che favoriscano
l’occupazione, diano nuova linfa alle famiglie; inoltre chiediamo di far riprendere
i consumi interni senza i quali questo Paese rimarrà in ginocchio.
D. - Ricordiamo
cosa succede se vengono piegate le piccole imprese quali sono i vostri programmi…
R.
- I piccoli imprenditori sono effettivamente la linfa vitale: senza le imprese non
c’è occupazione, c’è un sistema di dequalificazione nelle città ed un degrado complessivo.
Dal 2008 la ricchezza del Paese è diminuita del 9% e la ricchezza procapite dell’11%;
un milione di disoccupati in più, mille imprese al giorno che chiudono. Invertiamo
questa tendenza! Attendiamo il nuovo governo che speriamo ci ascolti di più e faccia
di più.