2014-02-18 12:57:41

Centrafrica: i missionari condannano le violenze degli anti-Balaka


“Gli Anti Balaka stanno facendo più danni della Seleka” dice all’agenzia Fides padre Aurelio Gazzera, missionario carmelitano che opera a Bozoum nell’ovest della Repubblica Centrafricana . “Questo perché in tali milizie si sono inserite persone che hanno colto l’occasione per rubare e saccheggiare impunemente. Le milizie che si fregiano della qualifica ‘Anti Balaka’ sono molto numerose e non hanno una vera dirigenza comune. È quindi difficile trovare degli interlocutori con cui trattare” spiega padre Aurelio. “Il comportamento degli Anti Balaka varia da zona a zona. Nelle province dove sono state dispiegate le forze internazionali (quella africana Misca e la missione francese Sangaris), come qui a Bozoum, c’è un po’ più calma, ma la situazione è da seguire giorno per giorno perché la tensione può salire all’improvviso” continua il missionario. Gli Anti Balaka sono responsabili delle violenze contro la popolazione musulmana, considerata complice degli ex ribelli Seleka, che però non sembrano essere stati del tutto sconfitti. “È un fatto preoccupante la forte concentrazione di Seleka a Kaga-Bandoro, dove si sono riscontrati dei tentativi di divisione del Paese” dice infatti padre Aurelio. Il missionario riferisce inoltre che la situazione alimentare è a rischio. “Prima di partire da Bozoum - racconta il missionario - la Seleka ha distrutto i depositi di sementi, per cui ci saranno problemi enormi per avviare il prossimo raccolto. Inoltre sono stati stornati i fondi donati da organizzazioni internazionali per la sicurezza alimentare. I prodotti provenienti dall’estero (come olio e sapone) erano commercializzati soprattutto dai musulmani, che sono stati costretti alla fuga, i prezzi di questi prodotti sono saliti mentre è calato il potere d’acquisto della popolazione. È stato organizzato un ponte aereo per far arrivare aiuti alimentari al Paese, ma questo dimostra che non è stata messa in sicurezza la strada che collega il Centrafrica al Camerun, che sarebbe il modo migliore per risolvere la questione, anche perché l’uso degli aerei è molto costoso” conclude padre Aurelio. (R.P.)







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