Visita in parrocchia. L'incontro del Papa col Consiglio pastorale, la voce del parroco
e della gente
Dopo la Messa presieduta nella chiesa di San Tommaso apostolo all'Infernetto, Papa
Francesco si è intrattenuto con i membri del Consiglio pastorale della parrocchia,
con i quali ha condiviso alcune considerazioni. La sintesi delle parole del Papa nel
servizio di Alessandro De Carolis:
Il Consiglio
pastorale e il Consiglio degli affari economici sono di grande aiuto per un parroco,
perché gli consentono di assumere delle decisioni in base alle idee e all’esperienza
dei laici che fanno parte delle due entità. Nei minuti trascorsi con i membri del
Consiglio pastorale, Papa Francesco ha sottolineato in modo incisivo l’importanza
di questi organismi parrocchiali. Senza il loro ausilio, un sacerdote rischia di condurre
una parrocchia con stile clericalista, il che potrebbe provocare confusione sulla
sua figura, rendendolo più simile al responsabile di una ditta. Il clericalismo, ha
ribadito Papa Francesco, non fa crescere né la parrocchia né i laici e in generale
va sradicato dalla Chiesa. Il Papa ha poi esortato i membri dei Consigli parrocchiali
a non cedere alla tentazione delle chiacchiere, che distruggono i rapporti tra i vari
membri. Eventuali obiezioni al pensiero di qualcuno, ha detto, vanno espresse direttamente
e con franchezza, senza mai parlare alla spalle. Solo così, ha concluso, si difende
l’unità della parrocchia.
Al termine della visita del Papa alla chiesa di San
Tommaso Apostolo, Benedetta Capelli ha raccolto le prime impressioni del parroco,
don Antonio d'Errico:
R. – Come può
essere il mio cuore? Come ha detto il Papa nell’omelia: un cuore che deve essere aperto
e soprattutto sempre in introspezione per vedere cosa c’è. Adesso, ovviamente, il
cuore è pieno di questa visita, per questo uomo che viene veramente dallo Spirito
Santo e ci porta a Gesù, ce lo fa veramente toccare con mano.
D. – C’è una
fotografia che secondo lei è emblematica di questa giornata passata qui, nella vostra
parrocchia?
R. – Se proprio devo essere sincero: un bambino che ha starnutito
davanti al Papa e il Papa gli ha asciugato lo starnuto sulla bocca. Questo è emblematico
di quest’uomo.
Grande è stato l’entusiasmo della folla che si è stretta attorno
a Papa Francesco, durante la visita alla parrocchia. Migliaia di persone lo hanno
atteso per ore e poi salutato nel cortile antistante la chiesa. Tanti gli incontri
in programma: dai genitori dei bambini battezzati ai malati, ai disabili. Ascoltiamo
alcune testimonianze raccolte dalla nostra inviata Benedetta Capelli:
R. – Ho chiesto
la benedizione per le due bambine e per il terzo figlio che porto in grembo. Allora,
lui mi ha chiesto se sapevo già il nome e io gli ho detto: “No, però se sarà maschio
lo chiameremo Francesco”. E lui ha chiesto: “E se sarà femmina?”. E visto che nascerà
12 agosto – mi aveva chiesto la data – lui mi ha detto: “Va bene, allora potrai chiamarla
Chiara”. E io ho detto: “Allora senz’altro la chiamerò Chiara, se è femmina”.
R.
– Meraviglioso. Veramente commovente. Lui è stato battezzato nel 2013 e abbiamo avuto
questa occasione…
R. – Abbiamo avuto la possibilità di avere questa carezza
materiale da parte di Dio, tramite Papa Francesco.
D. – Cosa lascerà, secondo
voi, questa visita in questa parrocchia?
R. – La vicinanza di Dio a noi tutti
parrocchiani, questo.
R. – Sicuramente, dove passa lui qualche segno buono
nel nostro cuore lo lascia. Speriamo di saperlo comunicare agli altri, alle nostre
famiglie e a tutti gli amici che ci circondano. Papa Francesco non se ne va mai senza
lasciare un segno propositivo e buono.
R. – Sì, veramente, questa è una delle
parrocchie in cui l’apostolato è molto efficace, ci sono molte iniziative… Io, per
esempio, vengo da Ostia e faccio un po’ di apostolato qua.
D. – Cosa le lascerà
questa visita?
R. – Sicuramente, molto più impegno da parte delle persone e
forse una riflessione sulle chiacchiere, perché spesso ci fermiamo su questo e non
vediamo il bisogno dell’altro. Quindi, penso che questo sia un incentivo per noi.
R.
– Sicuramente, è stata un’emozione forte, oggi. Sicuramente lascerà un ricordo indelebile,
sicuramente mettiamo nella nostra parrocchia un gioiello, una luce nuova, che è quella
che il Papa – anche in virtù delle parole che ci ha lasciato, ci dà.
R. – Una
fortissima emozione, un desiderio di partecipazione. Ti senti proprio la pecorella,
la pecorella che ha bisogno del pastore.
R. – Ho visto l’amore e l’affetto
che lui ha. Era gioioso, ci ha visti così, tutti presi per lui, ha visto tutti quei
bambini, i malati… Io ho visto, quando era dai malati, ho visto che si era commosso:
c’erano dei bambini molto malati… L’ho visto proprio disinvolto, come Gesù, quando
accarezza i bimbi, quando diceva: “Lasciate che i bambini vengano a me”… Non lo so,
mi ha fatto questa impressione… Pure io, quando gli ho dato la croce, ché devo andare
in Africa – vado in missione – mi ha abbracciato: è una cosa… Non so, sembrava proprio,
insomma, Cristo sulla terra. Io ho avuto questa impressione: che per l’Infernetto,
per San Tommaso, ha avuto proprio un amore grande.
R. – Una grande umiltà e
disponibilità, e soprattutto quello che si vede ovunque, al di là della nostra parrocchia,
la vicinanza alle persone più deboli e malate. E questo è forse quello da cui lui
è maggiormente attratto e che lo fa distinguere. Comunque, è un dono il fatto che
lui sia venuto qui. Noi lo aspettavamo.