La soddisfazione dell'arciv. di Seul per la prossima beatificazione dei martiri sudcoreani
“I martiri coreani sono grandi modelli di santità che hanno attraversato le barriere
di status sociale e amato il prossimo senza discriminazione di genere, classe sociale,
religione. Sono pieno di gioia e ringrazio la Santa Sede per tale decisione”. Queste
le parole – riportate dall'agenzia Sir - dell’arcivescovo di Seul, mons. Andrew Yeom
Soo-jung, dopo che Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei
Santi a promulgare i decreti riguardanti i prossimi nuovi Beati, i martiri sudcoreani
Paolo Yun Ji-chung e 123 compagni, uccisi in Corea in odium fidei nel 1791.
“La beatificazione dei martiri coreani è una bellissima notizia per la Chiesa coreana”,
ha proseguito, e “vorrei condividere questa felicità con tutti coloro che si sono
adoperati nel processo di beatificazione e tutti i fedeli che pregano ardentemente
per la canonizzazione”. Paolo Yun Ji-chung e i suoi compagni, ha ricordato il presule,
“erano promotori dei diritti umani e hanno giocato un ruolo importante nella storia
dell’intera nazione coreana”. La Chiesa di Corea venera già 103 martiri, vittime della
persecuzione di Shinyu, avvenuta nel 1801. L’inizio dell’evangelizzazione in Corea
risale al 1784, quando un coreano - Lee Seung Hun, laico e uomo colto - fu battezzato
a Pechino con il nome di Pietro. Tornato in patria, diede inizio alla prima comunità
cristiana. (D.M.)