Mons. Gänswein: Benedetto XVI ha vissuto con grande serenità l’11 febbraio di quest’anno
“Ritirato con la mia preghiera, sarò sempre con voi, e insieme andiamo avanti con
il Signore”. Con queste parole, il 14 febbraio dell’anno scorso, Benedetto XVI si
congedava dai parroci della sua diocesi di Roma, tre giorni dopo l’annuncio della
rinuncia al ministero petrino. A un anno di distanza da quel gesto epocale, Alessandro
Gisotti ha intervistato il segretario particolare del Papa emerito e prefetto
della Casa Pontificia, mons. Georg Gänswein. L’intervista inizia con il racconto
di come Papa Benedetto abbia passato la giornata di martedì scorso, primo anniversario
della rinuncia:
R. – L’11 febbraio
di quest’anno è stato un giorno come tutti gli altri: la mattina è iniziata con la
Messa, poi il breviario, poi la prima colazione e poi si è continuata la giornata.
Chiaro, in questo giorno si è parlato anche dell’11 febbraio del 2013, che è stata
una giornata storica, indimenticabile per tutti quelli che l’hanno vissuta. Ci si
è pensato, se ne è parlato, ma non ha cambiato nulla all’11 febbraio 2014…
D.
– Papa Benedetto l’ha passato con la serenità che è sua…
R. – Con la serenità
che è sua e che ha dimostrato da subito dopo l’11 febbraio dell’anno scorso.
D.
– E’ passato un anno da questo gesto epocale della rinuncia. Come descriverebbe questo
periodo così particolare per Papa Benedetto?
R. – La chiave di lettura è ciò
che Papa Benedetto stesso ha detto nel discorso della rinuncia: il motivo è quello.
Non ci sono altri motivi. Chi cerca altri motivi fa speculazione: quelli non c’entrano.
E’ che non ha più le forze, e serviva un Papa che avesse le forze per guidare bene
la Chiesa di Cristo. L’atto è un atto di amore, un atto coraggioso, ma anche un atto
di una grande umiltà, di amore verso il Signore e verso la Chiesa. E questo forse
pochi – me incluso – l’hanno capito subito e in questo anno credo sia cresciuta la
consapevolezza che questo atto sia stato un atto coraggioso, rivoluzionario, umile
che sicuramente porterà frutti in futuro.
D. – Benedetto XVI vive una vita
“nascosta al mondo”, come proprio lui ha detto. Ma non è isolata, questa vita. Cosa
la colpisce del modo in cui trascorre la giornata, il Papa emerito?
R. – E’
bello ciò che ha detto padre Lombardi: Papa Benedetto vive nascosto, discreto ma non
isolato perché spesso discrezione e riservatezza vengono confusi con l’essere isolati,
e questo non è vero, per niente. Papa Benedetto vive – come sappiamo – nel monastero
Mater Ecclesiae, ha i suoi contatti, il suo ritmo quotidiano: ci sono visite,
c’è la corrispondenza, ci sono anche tanti contatti esterni… Ma lui ha voluto vivere
in questo modo per pregare per la Chiesa e per il suo successore e in questo modo
si trova a suo agio.
D. – In molti, un anno fa, temevano la convivenza inedita,
straordinaria tra due Papi. Vediamo, invece, che c’è una naturalezza di rapporti tra
questi due servitori del Signore: si sentono, lo hanno detto, davvero fratelli…
R.
– E’ vero. Molti, penso, hanno avuto questa idea o questo dubbio: potrà funzionare
una coabitazione tra Papa emerito e Papa regnante? Chi conosce Papa Benedetto non
poteva dubitare che non si sarebbe immischiato nel governo del suo successore. E così
è stato. Ma è stata una cosa bella che, subito dopo l’elezione, Papa Francesco abbia
cercato il contatto con il suo predecessore e questo primo contatto è stato l’inizio
di una buona, bella amicizia che si sviluppa ogni giorno.
D. – Tanti vorrebbero
ancora reincontrare Papa Benedetto, potergli parlare. Sappiamo anche che tanti scrivono
a Papa Benedetto. Lei cosa si sente di dire a questi fedeli, e come Papa Benedetto
accoglie questo grande amore da parte di tanti?
R. – Questo per Papa Benedetto
è una consolazione enorme, che riempie il suo cuore di gioia ma anche di gratitudine
verso le persone che gli vogliono bene e verso il Signore. E’ chiaro – e anche qui,
chiedo comprensione – che non è possibile che Papa Benedetto accetti tutte le richieste
di poterlo incontrare, di poterlo vedere, perché sono troppe. Non solo dall’Italia,
ma da tutto il mondo scrivono. Ma per questo segno di vicinanza, per questo segno
di amore, di affetto, Papa Benedetto è molto, molto grato.