Venezuela: scontri tra oppositori e sostenitori di Maduro, 3 morti
In Venezuela, nella giornata di ieri, il governo di Nicolas Maduro e l'opposizione
si sono accusati a vicenda per gli scontri, scoppiati mercoledì a margine di una protesta
studentesca a Caracas, che hanno provocato 3 morti e decine di feriti. Tra le vittime,
due studenti e il leader di un “colectivo”, uno dei gruppi di militanti pro-governativi.
In occasione della Giornata dedicata alla Gioventù, che si celebra ogni 12 febbraio
nel Paese sudamericano, i giovani hanno sfilato contro il governo del presidente Nicolas
Maduro, ma altri gruppi hanno organizzato invece un corteo per sostenere l’erede di
Chavez. Fausta Speranza ha parlato di quanto sta succedendo in Venezuela con
Giuseppe Dentice, esperto dell’Ispi, Istituto di studi politici internazionali:
R. - E’ in atto
uno scontro tra opposizione e governo non tanto sull’eredità del chavismo, ma sulle
prospettive del chavismo, ossia ci si chiede: il Venezuela può avere un suo futuro
anche fuori dal chavismo? Come sostengono appunto le opposizioni, perché ritengono
che il sistema chavista non possa esistere senza il suo leader e fondatore, scomparso
ormai da quasi un anno. Dall’altra, invece, abbiamo il governo stesso che ritiene
che l’unica strada maestra sia quella del chavismo. Il problema è che all’interno
del governo sono sempre più marcate le distanze tra l’ala militare, che può essere
identificata come una sorta di ‘falchi’ dell’amministrazione, che ritengono che la
strada maestra sia quella tracciata da Chavez; e, dall’altra, l’ala ‘civilista’, per
così dire, rappresentata dallo stesso presidente Maduro che, da un lato, deve mediare
con le istanze che vengono dalla società e, dall’altro, cerca di mediare con le prerogative
e soprattutto la difesa degli interessi che vogliono perpetuare i militari. Si trova,
quindi, nella difficile condizione di capire come indirizzare l’azione del chavismo.
D.
– Si parla di diritti civili, ma c’è anche una situazione sociale, con difficoltà
economica e disoccupazione da raccontare...
R. – Certamente. Sì, c’è una fortissima
disoccupazione e c’è una forte inflazione. Ci sono dati, addirittura, che parlano
di un’inflazione al di sopra del 38 per cento. La situazione è dettata anche da politiche
economiche e sociali molto distorte, e in un certo senso folli, perché hanno creato
delle forti distorsioni all’interno del sistema venezuelano. Oggi il governo cosa
fa? Cerca di introdurre, come ha già fatto, con una legge sul calmieramento dei prezzi,
una specie di paniere dei prezzi sui beni di prima necessità, in modo da evitare un
mercato nero che è sempre più dilagante nel Paese. Basti pensare, appunto, al mercato
nero dell’elettricità, del petrolio. Un Paese ricco di petrolio - forse uno tra i
più ricchi al mondo - ha creato al suo interno un mercato nero dell’energia. Queste
politiche, soprattutto sbagliate dal punto di vista della moneta, che hanno creato
questa inflazione sempre più dilagante, hanno portato veramente ad una situazione
di parziale default. E se non si interviene con delle riforme o con dei tentativi
di legge che cerchino quantomeno di contenere queste distorsioni, il Paese rischia
un’instabilità totale.