Simposio alla Lateranense fa il punto sulla Liturgia, a 50 anni dalla "Sacrosanctum
Concilium"
“Gratitudine e impegno per un grande movimento ecclesiale”: è il tema del Simposio
dedicato alla Costituzione Sacrosanctum Concilium, promulgata da Paolo VI il
4 dicembre 1963. L’incontro - che sarà ospitato dalla Pontificia Università Lateranense
dal 18 al 20 febbraio - è organizzato dalla Congregazione per il Culto Divino e la
Disciplina dei Sacramenti, in collaborazione con l’Ateneo Pontificio. A presentare
l’evento - ieri mattina nella Sala stampa vaticana - è stato mons. Arthur Roche, segretario
del dicastero promotore. Il servizio di Roberta Gisotti:
50 anni
dalla prima Costituzione del Concilio Vaticano II, che iniziò i suoi lavori proprio
dalla riforma della liturgia, per affermare il primato di Dio nella vita della Chiesa;
una Chiesa “rinnovata e santificata”, solidale “con l’umanità nelle sue speranze e
inquietudini”. Così il cardinale Antonio Canizares Llovera, prefetto della Congregazione
per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, nel suo intervento letto ai giornalisti,
durante la conferenza stampa, essendo il porporato in questi giorni inviato del Papa
a Panama. Un Simposio organizzato - osserva il cardinale Canizares – per esprimere
gratitudine per questo primo frutto del Concilio e per continuare ad approfondire
il rinnovamento liturgico voluto dal Concilio II. “Ma molto resta ancora da fare”,
aggiunge il porporato, richiamando “la responsabilità” che “è di tutti”.
Nelle
grandi prospettive del Vaticano II “non si può infatti pensare alla liturgia senza
pensare alla Chiesa intera”, ha spiegato poi mons. Arthur Roche, segretario del dicastero:
“Certo , i 50 anni dalla Sacrosanctum Concilium invitano
anche a fare esame di coscienza”.
Da qui l’invito al Simposio che è stato
esteso – ha detto mons. Roche - a Conferenze episcopali, responsabili di commissioni
liturgiche, centri di studio teologico e pastorale, curatori e animatori della liturgia.
Universale la presenza dei relatori sacerdoti, religiosi, laici da ogni continente,
arricchita da voci di Riti liturgici non romani:
“L’auspicio è di poter
offrire nei giorni del Simposio, attraverso l’ascolto, il dialogo, la preghiera comune,
una esperienza di comunione colma di grata memoria e di profetico impegno”.
Tra
gli argomenti evidenziati dai giornalisti, riguardo i contenuti nel Simposio, sono
stati: la liturgia ordinaria e straordinaria, che non è di competenza - è stato chiarito
- della Congregazione per il Culto Divino ma della Congregazione per la Dottrina della
Fede; poi la presenza dei laici nella liturgia, che non avrà un approfondimento specifico
nei lavori e la rappresentazione mediale della liturgia, che sempre deve favorire
l’incontro con Dio e la comunione ecclesiale.