Immigrati, cresce l'impegno dei comuni italiani per i rifugiati
Sono quasi 20 mila i posti per rifugiati e richiedenti asilo che i comuni italiani
pensano di attivare da qui al 2016. Lo ha comunicato l’Anci, l’associazione delle
autonomie locali, che ieri ha presentato i risultati del programma di assistenza Sprar.
Per il presidente dell'associazione Piero Fassino, però, il sistema ha bisogno di
sempre maggiori risorse. Il servizio di Alessandro Guarasci:
L’esplodere
di disordini e conflitti, soprattutto nel Mediterraneo, ha visto aumentare le richieste
di protezione in Europa. In Italia, sono state quasi 30 mila nel 2012, e il 73.5%
è stato accolto. I comuni sono in prima fila nel dare assistenza a chi è stato riconosciuto
rifugiato o comunque necessita di una forma di protezione perché fugge da guerre o
persecuzioni. Si tratta di fornire un tetto, istruzione, cure mediche, sostegno psicologico.
Nel 2013 erano più di 9300 i posti disponibili. Da qui al 2016, invece, sarà possibile
mettere in campo quasi 20 mila posti. Lazio e Sicilia le regioni più coinvolte. Il
presidente dell’Anci, Piero Fassino:
“In questi anni, un salto di
qualità c’è stato: io devo dire che la cooperazione tra i comuni e il ministero degli
Interni, in particolare attraverso lo strumento dello ‘Sprar’ (Sistema di protezione
per richiedenti asilo e rifugiati ndr), è cresciuta; si tratta di rafforzare
sempre di più meccanismi e strumenti per far sì che ogni qual volta si produca un’emergenza,
il nostro Paese non sia colto alla sprovvista ma possa gestire quel fenomeno senza
che questo comporti alcuni rischio, né per chi viene ospitato né per i cittadini del
nostro Paese”.
Nel complesso per i tre anni a venire saranno coinvolti
375 comuni.