La libertà di stampa diminuisce nei Paesi in conflitto, come Centrafrica, Mali e Siria
La libertà di stampa è diminuita nei Paesi in conflitto come il Mali, la Repubblica
Centrafricana e la Siria, ma risulta in calo anche in Francia, Regno Unito e negli
Stati Uniti. È quanto emerge dal rapporto 2014 sulla libertà di stampa presentato
martedì a Parigi da 'Reporter sans Frontieres' (Rsf). Il servizio di Giada Aquilino:
Come l’anno
scorso, i primi della classe sono Finlandia, Olanda, Norvegia e Lussemburgo. Scende
di 2 punti la Francia, dal 37.mo al 39.mo posto, di 4 il Regno Unito, da 29.mo a 33.mo,
migliora la Germania, dal 17.mo al 14.mo. L’Italia ricupera nove punti, attestandosi
al 49.mo, perché - rileva lo studio - “è finalmente uscita da una spirale negativa
e sta preparando una legge incoraggiante per depenalizzare la diffamazione a mezzo
stampa''. Malissimo la Grecia ''colpita dalla crisi economica'', al 99.mo posto. Uno
dei crolli più significativi, per le vicende Wikileaks e Snowden, si registra negli
Stati Uniti, che scendono a - 13, piazzandosi al 46.mo posto. A registrare la caduta
più disastrosa è la Repubblica Centrafricana, che arretra di 43 posizioni fino alla
109, dopo ''un anno segnato da un'estrema violenza, attacchi e ripetute intimidazioni
contro i giornalisti''. La segue il Mali al 122.mo posto. Ancora più in basso la Russia,
al 148.mo, più o meno stabile. La Siria, dove quasi 130 operatori dell'informazione
sono stati uccisi tra il marzo 2011 e il dicembre 2013, precipita nella parte meno
nobile della classifica, al 177.mo posto. In Siria, avverte Rsf, i media rappresentano
ormai ''un obiettivo sia per il governo di Bashar al-Assad sia per le milizie dei
ribelli estremisti''. Peggio solo il Turkmenistan, la Corea del Nord e, ultima al
180.mo posto, l'Eritrea.