La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della legge Fini-Giovanardi
in materia di stupefacenti, con la quale sono state equiparate le droghe pesanti e
quelle leggere. Secondo la Consulta la norma viola l'articolo 77 della Costituzione,
che regola la procedura di conversione dei decreti legge. Il servizio di Debora
Donnini:
La Corte Costituzionale
"boccia" la legge Fini-Giovanardi che equipara droghe leggere e pesanti: nella norma
di conversione - dice la Consulta - furono inseriti emendamenti estranei all'oggetto
e alle finalità del decreto. Con la Fini-Giovanardi erano state parificate "ai fini
sanzionatori" droghe pesanti e leggere ed elevate le pene, prima comprese tra due
e sei anni, per chi spaccia hashish, prevedendo la reclusione da sei a venti anni
con una multa compresa tra i 26mila e i 260mila euro. Con la decisione rivive la legge
Iervolino-Vassalli come modificata dal referendum del ‘93, che prevede pene più basse
per le droghe leggere. Le motivazioni della Consulta si conosceranno nelle prossime
settimane ma si stima che si avranno ripercussioni su circa 10 mila detenuti, tra
coloro che sono in attesa di giudizio e coloro che sono stati condannati in via definitiva.
Di segno opposto i commenti dal mondo della politica. Per uno degli autori della legge,
il senatore del Nuovo Centrodestra Carlo Giovanardi “dopo 8 anni la Corte costituzionale
scavalca il parlamento”. Critiche anche dalla Meloni di Fratelli d’Italia e dal vicepresidente
del Senato, Maurizio Gasparri, di Forza Italia. Plaudono, invece, i radicali che chiedono
che ora sia liberalizzata la cannabis. Per Faraone responsabile del Welfare del Pd,
si trattava di una legge insensata e ora- sostiene- sarà compito del Parlamento legiferare
in direzione di una norma razionale.