Giornata malato. Il Papa: Cristo vi è vicino. Fra Fabello: malato è risorsa non
fastidio
“Saluto tutte le persone malate e sofferenti. Cristo crocifisso vi è vicino: stringetevi
a Lui!”. È il messaggio, lanciato ieri dal suo account @Pontifex, col quale
Papa Francesco ricorda la Giornata mondiale del malato. All’Angelus di domenica scorsa,
il Papa aveva detto che “la dignità della persona non si riduce mai alle sue facoltà
o capacità”. Lo ribadisce Fra Marco Fabello, dell’Ordine dei Fatebenefratelli,
al microfono di Alessandro De Carolis:
R. – Sono parole
che ci fanno bene, soprattutto a noi che operiamo nel mondo della salute. Ci danno
la riconferma che stare con i malati è bello, è da fratelli. Il messaggio che dovremmo
raccontare a tutti quelli che incontriamo è quindi che il malato è una risorsa, non
è un disturbo. Il malato è una presenza di Dio importante.
D. – "La dignità
della persona non si riduce mai alle sue facoltà o capacità". Questo pensiero di Papa
Francesco richiama alla solidarietà, ma quanta ne riscontrate attorno a chi è infermo?
E’ sempre solida la cosiddetta "rete" familiare?
R. – Devo dire che questa
rete di solidarietà sta calando rispetto ad un tempo. E questo probabilmente anche
perché le famiglie si stanno abbastanza disintegrando. Quello che dobbiamo fare, però,
nonostante tutto, è cercare di creare rete con chi è presente, con chi ha la forza
della solidarietà da esprimere. E io credo che questo sia fondamentale, se vogliamo
fare in modo che cresca un’attenzione, soprattutto verso i malati più gravi. Penso
ai miei malati di Alzheimer, ad esempio, piuttosto che ai malati psichiatrici, che
sono frontiere dell’emarginazione sociale.
D. – E chi sono i soggetti di questa
nuova rete di solidarietà?
R. – Bisogna sempre insistere molto sulla famiglia,
anche se è in difficoltà: insistere molto sulla parrocchia, sul territorio. Sappiamo
quanto sia difficile. Ma immagino che i ministri straordinari dell’Eucaristia ad esempio
potrebbero essere delle ottime risorse anche in questo senso. Poi suggerire pure ai
Comuni, alle Asl, quali sono i loro doveri, i loro compiti, cui spesso non pensano
perché non sono sufficientemente richiamati.
D. – Oggi, ricorre il 30.mo anniversario
della Salvifici Doloris, documento che Giovanni Paolo II dedicò al mondo della
sofferenza umana, visto alla luce della sofferenza di Cristo. In che modo vi guida
oggi quella pagina di magistero?
R. – Credo che da quando sia uscita questa
bellissima lettera del Papa, tutti noi siamo stati contagiati dai suoi contenuti,
ma soprattutto da chi è stato il Beato Giovanni Paolo II: la sua stessa persona alla
fine ha riassunto quanto ha scritto. Di conseguenza, per noi rimane un punto chiave,
indelebile, nel Magistero in questo senso. E questo tiene anche un po’ la continuità
con quanto dice Papa Francesco, quando parla della tenerezza, che è una cosa straordinaria.
Io credo che i due Papi qui si ritrovino "a braccetto".
D. – Un anno fa, proprio
in coincidenza con la Giornata del malato, Benedetto XVI comunicò la rinuncia al suo
ministero, spiegando tra l’altro che l’età avanzata, con le sue conseguenze gli impedivano
di servire la Chiesa come avrebbe voluto. A voi, che ogni giorno vi misurate con la
fragilità della vita umana, cosa ha lasciato come insegnamento quel suo gesto?
R.
– Intanto va apprezzata, come tutti abbiamo fatto, l’umiltà. Poi la Provvidenza di
Dio, che non arriva mai in modo improprio e, in questo senso, ha creato nella Chiesa
una tensione assolutamente diversa e molto edificante, oserei dire. Ma mi pare di
potere rispondere alla sua domanda dicendo di aver avuto un esempio che anche per
gli anziani che incontriamo tutti i giorni ha un significato. Questo, infatti, può
avere rincuorato anche tutti quegli anziani che si sono trovati improvvisamente senza
una parte significante nella società o nella famiglia: possono avere interpretato
questo gesto quasi come un bene per loro: “Anche noi siamo un po’ come il Papa: non
avendo più molte capacità, ci dobbiamo mettere in disparte e lasciare spazio ai nostri
figli”. Mi pare un esempio molto bello.