2014-02-10 08:15:11

Dopo le proteste, ancora tensioni sociali in Bosnia Erzegovina


Scende il livello della protesta in Bosnia, dopo tre giorni di violente manifestazioni in diverse città contro la crisi economica, la corruzione, la povertà e la disoccupazione. Domenica ci sono stati nuovi raduni, ma con minore partecipazione e senza incidenti, mentre si registrano i primi segnali di dialogo. Ma la tensione resta elevata e spunta persino l'ipotesi di nuovi rinforzi militari europei, in caso di un ritorno di fiamma delle violenze di piazza. Qualcuno parla di primavera bosniaca. Fausta Speranza ne ha parlato con Andrea Rossini, esperto dell’Osservatorio dei Balcani:RealAudioMP3

R. – Più che di fronte ad una primavera, io penso che siamo di fronte alla manifestazione di una crisi sistemica: la crisi del sistema politico della Bosnia-Erzegovina, così come ci è stato consegnato 20 anni fa dagli Accordi di Dayton, che hanno posto fine alla guerra degli anni Novanta. Si tratta di un grido disperato probabilmente della maggioranza della popolazione, anche se in piazza c’erano soprattutto operai, disoccupati, giovani… Chiedono una soluzione ad una situazione economica ormai intollerabile. In Bosnia-Erzegovina ci sono punte di disoccupazione che per i giovani sfiorano il 60%. Purtroppo, però, la politica è ancora ingabbiata nei recinti etnici che sono stati stabiliti a Dayton ed è incapace di dare una risposta a queste domande della popolazione.

D. – Si tratta di un territorio particolare: la protesta sociale accomuna tutti ma ci sono differenziazioni tra le diverse aree?

R. – La Bosnia-Erzegovina è divisa in due entità: la Repubblica Srpska, abitata in maggioranza da serbo-bosniaci; e la Federazione di Bosnia-Erzegovina, abitata in maggioranza da bosniaco-musulmani e da croato-bosniaci. Queste manifestazioni si sono sviluppate e hanno – come dire – espresso anche le forme più radicali nella Federazione, in particolare nei centri urbani maggiori, nei centri industriali o ex industriali, come Tuzla, nel nord-ovest del Paese, poi Zenica, poi Sarajevo, poi Mostar, Bihac. Però l’aspetto interessante è che non sono state manifestazioni semplicemente confinate ad un gruppo etnico o con caratterizzazioni di tipo etnico, perché anche in Repubblica Srpska, anche se in maniera minore, si è manifestato in solidarietà con i dimostranti della Federazione di Bosnia-Erzegovina.

D. – Sembra che il fallimento o il rischio di fallimento di molte aziende sia dovuto a privatizzazioni selvagge. E’ così?

R. – C’è stato un processo di privatizzazione dopo la guerra che sicuramente è stato condotto in maniera poco trasparente e con fenomeni corruttivi molto estesi, almeno questo secondo le Organizzazioni non governative che fanno monitoraggio sul fenomeno della corruzione. L’esempio di Tuzla, che è stato il luogo che ha dato origine alle proteste, da questo punto di vista è illuminante: gli operai che hanno iniziato le manifestazioni, mercoledì scorso, protestavano contro la chiusura di cinque grandi fabbriche che erano appena state vendute ai privati: appena privatizzate, sono state poco dopo chiuse. Per cui si tratta di un processo che non è stato condotto a regola d’arte e non nell’interesse della popolazione e dei lavoratori: questo sicuramente!

D. – E’ vero che a quasi 20 anni dalla conclusione di quel drammatico conflitto non si è raggiunto un livello di sviluppo neanche simile a quello che c’era prima della guerra?

R. – E’ vero. C’è stato un crollo rispetto a quella che era la situazione degli anni Ottanta. La transizione economica verso il mercato in Bosnia-Erzegovina dal sistema pianificato, - comunque con tutta la caratterizzazione ovviamente jugoslava, perché il sistema jugoslavo non era quello sovietico - è passata attraverso un periodo di quattro anni di guerra. Per cui gli impianti industriali sono stati abbandonati e in parte anche danneggiati. La situazione più difficile era legata proprio al gigantismo di questi impianti, che hanno fatto fatica a riconvertirsi in una economia di mercato.

Ultimo aggiornamento: 11 febbraio







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