2014-02-09 08:33:11

In un libro l'esperienza solidale delle "fattorie sociali"


Giovani apprendisti con disabilità lavorano a fianco degli agricoltori e diventano esperti nella raccolta, nella zappatura e nella vendita di frutta e verdura. Un testo edito dalla casa editrice Erickson dal titolo “Fattoria sociale”, scritto da Fabio Comunello e Eraldo Berti, fondatori della biofattoria Conca d’oro in provincia di Vicenza, ripercorre la storia di questo aspetto dell’agricoltura. Maria Cristina Montagnaro ha chiesto a Fabio Comunello quali sono gli aspetti principali delle "fattorie sociali":RealAudioMP3

R. - Le "fattorie sociali" sono delle realtà sempre più presenti in Italia. Tentano di interpretare l’agricoltura e le attività connesse in modo da dare una possibilità di lavoro a persone con disabilità oppure ai margini della società. I ragazzi che noi seguiamo – e ripeto, tutti con disabilità; stiamo seguendo anche un gruppo di ragazzi adolescenti autistici – hanno raggiunto una notevole capacità di interagire con la gente che viene al ristorante, che viene ad acquistare i nostri prodotti in negozio e molti di loro hanno acquisito una capacità di coltivare anche prodotti di nicchia. Qui abbiamo l’asparago bianco di Bassano, il broccolo di Bassano … Riusciamo a dare un grosso contributo anche alla qualità del cibo che offriamo ai nostri clienti passando attraverso i nostri ragazzi che acquisiscono competenze sia nella coltivazione, sia nella trasformazione dei prodotti.

D. - Quali sono gli aspetti principali di quest’agricoltura sociale?

R. - Noi vogliamo che la disabilità non sia più considerata un’entità o una capacità residua di questi nostri ragazzi; non ha senso ritenere che vadano solo assistiti. Invece noi pensiamo che i ragazzi con disabilità abbiano grandissime risorse da mettere in campo, rifiutando così l’idea di essere solo assistiti.

D. - In che cosa consiste il progetto agricolo educativo della "Fattoria Conca d’oro"?

R. - Mi permetto di correggere: non facciamo educazione, perché sono tutti maggiorenni. Pensiamo che sia finito il tempo della terapia, dell’assistenza, della riabilitazione e che per loro sia invece arrivato il tempo dell’abilitazione; non è solo un gioco linguistico, si tratta di un progetto che permette loro di acquisire nel tempo lo status di lavoratori.

D. – Secondo la Coldiretti, ci sono 10 milioni di animali in meno nel 2013. Che cosa ne pensa?

R. - Penso che sia in termini economici, ma anche etici bisogna ritornare ad un certo tipo di agricoltura perché la terra non supporta più l’insulto che anche la stessa agricoltura ha contribuito a farle. Con le fattorie sociali in genere facciamo coltivazioni di tipo biologico che siano rispettose della natura e degli animali.







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