Operai liberati in Libia: la gioia del vescovo di Lamezia
“Dio ha ascoltato le nostre preghiere! La notizia della liberazione degli operai in
Libia ci riempie di gioia”. Così mons. Luigi Antonio Cantafora, vescovo di Lamezia
Terme, commenta all'agenzia Sir la liberazione, dopo tre settimane, dei due operai
edili calabresi rapiti il 17 gennaio in Libia. Si tratta di Francesco Scalise, 62
anni, e Luciano Gallo, 52 anni, rispettivamente di Pianopoli e Feroleto Antico, entrambi
centri della provincia di Catanzaro, in diocesi di Lamezia Terme. “In queste settimane
- afferma il vescovo - molti hanno pregato e atteso con trepidazione questo giorno
e le nostre attese non sono state deluse. Ho potuto incontrare di persona le famiglie
o sentirle per telefono. Sono rimasto colpito dalla nobiltà e dalla forte serenità
con cui hanno affrontato questa situazione. C’è stato un dolore profondo ma anche
una sofferenza composta e un senso di vita, che niente e nessuno poteva fermare”.
Per mons. Cantafora, “è stato commovente saperli uniti nella preghiera del Rosario”.
Il vescovo ringrazia il ministero degli Esteri “per come è stato vicino alle famiglie,
ho ascoltato dalle loro bocche quanto aiuto e sostegno hanno ricevuto. Certo questo
evento, conclusosi nell’unico modo con cui poteva concludersi, ci permette di sapere
cosa è una famiglia in Calabria, quale forza e unità abbia; e quali sono le reali
urgenze lavorative di questa terra. A chi chiede se le famiglie ancora resistono,
posso dire che nelle famiglie Gatto e Scalise ho avuto la bella testimonianza di una
nobile e calda unità, che ha avuto nella preghiera del Rosario uno strumento di pace”.
In Calabria è “emergenza lavoro”, conclude il vescovo: “Purtroppo in questi giorni
abbiamo visto che anche qui il lavoro-schiavo ha rischiato di mietere vittime. Ora
si spera che il tempo di rischiare la vita per il lavoro, possa terminare!”. (R.P.)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVIII no. 39