2014-02-07 20:40:08

Olimpiadi di Sochi al via con una spettacolare cerimonia di inaugurazione


Hanno preso il via, ieri sera, con un'imponente cerimonia inaugurale allo stadio Fisht di Sochi, sul Mar nero, i Giochi Olimpici Invernali. Presenti oltre 40 leader mondiali. Diverse le defezioni in polemica con le posizioni del presidente russo Putin sull'omosessualità. Imponenti le misure di sicurezza per il timore di attentati. Bloccato un tentativo di dirottamento di un aereo partito dall’Ucraina. Tre miliardi i telespettatori in tutto il mondo che hanno seguito lo show. Paolo Ondarza:RealAudioMP3

Sono le 20.14 a Sochi, le 17.14 in Italia, le luci di accendono sullo stadio Fisht, 40mila gli spettatori. Inizia uno show di due ore, una celebrazione della storia e della cultura russe: dall’alfabeto cirillico allo zar Pietro il Grande, dal balletto, alla cultura con Dostoevskij e Chagall, dal coro dell’Armata Rossa ai canti popolari. Prima il countdown, poi l’inizio di un viaggio nel tempo tra passato e futuro guidato da una bimba in volo trainata da un aquilone sulle note del principe Igor. Il bianco, il blu, il rosso della bandiera russa colora gli spalti accompagnato musicalmente dall’inno nazionale cantato dal coro del monastero dell'Epifania di Mosca che introduce la sfilata, al centro del campo, degli atleti degli 88 Paesi partecipanti. Portabandiera per l’Italia lo slittinista altoatesino Armin Zoeggeler. La cerimonia d’apertura dell’Olimpiade più costosa della storia - 51 miliardi di dollari - è stata disertata da alcuni leader mondiali in polemica con legge russa che punisce la propaganda omosessuale tra i minorenni. In segno di dissenso Obama ha scelto di far sfilare atleti gay all’interno della delegazione Usa, mentre gli sportivi della Germania hanno indossato una divisa con i colori arcobaleno della bandiera Lgbt. Un invito a non confondere le questioni di sport, politica e diritti umani era venuto in precedenza dal presidente russo Putin che, insieme al presidente del Comitato olimpico internazionale Thomas Bach, ha presieduto la cerimonia aprendo ufficialmente i giochi prima dell’accensione della torcia olimpica da parte degli sportivi. Vladislav Tretiak leggendario portiere di hockey e Irina Rodnina, campionessa di pattinaggio sul ghiaccio. Sulle olimpiadi incombe, purtroppo, la minaccia terroristica. Imponenti le misure di sicurezza: 30 mila gli agenti al lavoro. Arrestato su un volo turco un ucraino accusato di aver tentato un dirottamento verso Sochi.

I giochi olimpici non sono mai stati solo sport: si collocano di fatto, di volta in volta, all’interno di un contesto storico e sociale. E spesso sull’evento sportivo si è proiettata l’ombra delle contrapposizioni geopolitiche. Il primo esempio, nell’era moderna, di giochi politicizzati riguardano le Olimpiadi di Berlino, nel ‘36, in cui Hitler trasformò tutto in vera e propria propaganda ed esaltazione del nazismo. Salvatore Sabatino ne ha parlato con prof. Antonio Lombardo, docente di Sport all’Università Tor Vergata di Roma:RealAudioMP3

R. – Indubbiamente l’Olimpiade del ’36 è stata orchestrata e guidata a fini di propaganda politica. Sappiamo che Hitler era sostanzialmente contrario all’Olimpiade in un primo momento; poi si accorse che poteva essere strumentalizzata e quindi fece di tutto per trasformare quella che ormai era diventata la più grande manifestazione del Pianeta in una manifestazione politica.

D. – Qualcosa, però, non andò per il verso giusto: lui voleva l’esaltazione della razza ariana e invece vinse tre medaglie d’oro Jesse Owens…

R. – Assolutamente sì! Comunque bisogna dire che l’Olimpiade di Berlino è stata voluta anche da Pierre de Coubertin, a difesa della propria creatura. Però bisogna anche dire che alla base dei Giochi Olimpici c’è un parametro assolutamente imprescindibile che è il pacifismo e la non violenza: l’Olimpiade nasce per assicurare la pace!

D. – Questo concetto dell’internazionalismo e del pacifismo ha poi trovato una realizzazione concreta in un episodio politico: quella che viene chiamata la politica del ping pong, che permise di intavolare un dialogo serio, ad alti livelli, tra Cina e Stati Uniti…

R. – Certamente! Lo sport può essere strumentalizzato, ma può essere anche finalizzato a motivi importanti, come è successo appunto in occasione dell’incontro di ping pong tra la squadra cinese e la squadra americana. Quindi non possiamo dire che lo sport – di per sé – conduce verso una determinata direzione: sono gli uomini; siamo a noi – come al solito – che possiamo utilizzarlo a fin di bene o a fin di male.

D. – Non è dato, però, tutto sempre per il verso giusto: c’è stato, infatti, un lunghissimo capitolo di boicottaggi, che – quasi sempre legati alla Guerra Fredda – resero largamente incompleto il numero delle nazioni partecipanti in diverse edizioni. Ne vuole ricordare qualcuna?

R. – Sì. Sicuramente Mosca ’80; Los Angeles ’84… Io credo che dobbiamo fare una netta differenziazione tra sport e politica, altrimenti non ne usciamo.

D. – Purtroppo le Olimpiadi sono state usate anche come cassa di risonanza internazionale per il terrorismo e hanno vissuto il momento più drammatico a Monaco, nel ‘72, con il rapimento e l’uccisione di alcuni atleti israeliani per mano del commando palestinese Settembre Nero. Un capitolo, quello, davvero buio!

R. – Assolutamente sì! Ma come dicevo l’Olimpiade è la più grande manifestazione in assoluto, non solo sportiva. Quindi è una cassa di risonanza. Pertanto viene utilizzata a fini mediatici.

D. – Oggi, con la conclusione della Guerra Fredda, ovviamente non ci sono più questi due blocchi contrapposti così ben distinti. Il problema maggiore, però, a questo punto sembra essere il gigantismo: le Olimpiadi diventano una costosissima vetrina per imporre la propria potenza. Questo fa sì che i Paesi più poveri non potranno mai avere la possibilità di ospitare i Giochi?

R. – Questo è un elemento fondamentale e mi trova molto critico nei confronti delle ultime edizioni dei Giochi Olimpici. Per Pierre de Coubertin – il fondatore dei Giochi Olimpici – l’Olimpiade deve essere una festa, non uno spettacolo, perché lì si deve stabilire una comunione intensa tra atleti e pubblico. Questo lo si può fare nel momento in cui l’Olimpiade rimane una festa e non uno spettacolo! Su questo assolutamente il Cio dovrà fare una autocritica e quindi far tornare i Giochi Olimpici alle origini.







All the contents on this site are copyrighted ©.