2014-02-06 13:40:35

Messaggio Gmg. Il Papa: Gesù è felicità vera, il “coraggio della felicità” è amare i poveri


Contagiate il mondo con la gioia che viene dal seguire Gesù, abbiate il “coraggio della sobrietà”, imparate ad amare i poveri. Sono alcuni degli insegnamenti che Papa Francesco, ispirandosi alle Beatitudini, affida ai giovani nel suo Messaggio per la Gmg 2014, prima tappa del cammino che porterà al raduno mondiale di Cracovia 2016. Il contenuto del Messaggio nel servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Con le Beatitudini Gesù ha ribaltato ogni logica umana, insegnando cosa sia la “vera felicità”, quella che duemila anni dopo il mondo fatica ancora a comprendere, barattandola con ebbrezze da pochi spiccioli e di durata effimera. Papa Francesco posa la prima pietra del cammino che guarda alla Gmg di Cracovia del 2016, indicando ai giovani la strada “rivoluzionaria” tracciata da Gesù con il suo “Discorso della montagna”. “Beati vuol dire felici” e i poveri delle Beatitudini non sono i “perdenti”, è la sintesi del Papa, che accende subito una luce su cosa significhi felicità. Prima di tutto, scrive, aspirate “a cose grandi”, non limitandovi cioè a “vivacchiare” – come amava dire Piergiorgio Frassati – e questo “vi permetterà di smascherare e respingere le tante offerte ‘a basso prezzo’ che trovate intorno a voi” e quindi a non scambiare per felicità quei “momenti di ebbrezza”, di “falso senso di appagamento”, che dà l’inseguire “il successo, il piacere, l’avere in modo egoistico”, l’arroganza del benessere. “È molto triste – considera il Papa – vedere una gioventù ‘sazia’, ma debole”.

Al contrario, afferma, bisogna trovare il “coraggio di essere felici”, il che vuol dire andare contro la corrente che segue il mondo. “Dite no alla cultura del provvisorio, della superficialità, dello scarto”, rilancia Papa Francesco, perché questo vuol dire essere “poveri in spirito” – così come richiede la frase scelta per la riflessione di quest’anno. Certo, osserva, “in un tempo in cui tante persone soffrono a causa della crisi economica, accostare povertà e felicità può sembrare fuori luogo”. Ma il povero di spirito, dice il Papa, è il “mendicante di Dio”, l’umile, colui che come Gesù – che è “Dio che si spoglia della sua gloria” – imita Cristo riconoscendo la propria piccolezza. Non è una strada facile, riconosce Papa Francesco, ma Gesù, assicura, vi aiuterà a tradurre questo grande ideale in “stile di vita”. Prima di tutto, suggerisce, “cercate di essere liberi nei confronti delle cose, staccandovi “dalla brama di avere, dal denaro idolatrato e poi sprecato” perché – soggiunge – “come è necessario il coraggio della felicità, ci vuole anche il coraggio della sobrietà”. Secondo, vivere questa Beatitudine richiede una “conversione per quanto riguarda i poveri”. “Dobbiamo prenderci cura di loro, essere sensibili alle loro necessità spirituali e materiali. A voi giovani – esorta Papa Francesco – affido in modo particolare il compito di rimettere al centro della cultura umana la solidarietà. Di fronte a vecchie e nuove forme di povertà – la disoccupazione, l’emigrazione, tante dipendenze di vario tipo – abbiamo il dovere di essere vigilanti e consapevoli, vincendo la tentazione dell’indifferenza”. Di più, dice, “dobbiamo imparare a stare con i poveri. Non riempiamoci la bocca di belle parole sui poveri!”. Terzo punto, infine, “i poveri non sono soltanto persone alle quali possiamo dare qualcosa. Anche loro hanno tanto da offrirci”. “Ci insegnano che una persona non vale per quanto possiede, per quanto ha sul conto in banca” e che “un povero, una persona priva di beni materiali, conserva sempre la sua dignità”. E certamente sono dei maestri “sull’umiltà e la fiducia in Dio”.

Papa Francesco termina il Messaggio per la Gmg parlando del “legame profondo” che esiste “tra povertà ed evangelizzazione”. Il Signore, riafferma, “vuole una Chiesa povera che evangelizzi i poveri”. “Le gioie più belle e spontanee che ho visto nel corso della mia vita – confida il Papa – sono quelle di persone povere che hanno poco a cui aggrapparsi. L’evangelizzazione, nel nostro tempo, sarà possibile soltanto per contagio di gioia”. L’ultimo pensiero è per il 30.mo anniversario della consegna ai giovani della Croce del Giubileo della Redenzione e soprattutto per il protagonista delle Giornate mondiali, Giovanni Paolo II, prossimo Santo. “Lui – conclude Papa Francesco – sarà il grande patrono delle GMG, di cui è stato l’iniziatore e il trascinatore. E nella comunione dei santi continuerà ad essere per tutti voi un padre e un amico”.







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