Messaggio Gmg. Il Papa: Gesù è felicità vera, il “coraggio della felicità” è amare
i poveri
Contagiate il mondo con la gioia che viene dal seguire Gesù, abbiate il “coraggio
della sobrietà”, imparate ad amare i poveri. Sono alcuni degli insegnamenti che Papa
Francesco, ispirandosi alle Beatitudini, affida ai giovani nel suo Messaggio per la
Gmg 2014, prima tappa del cammino che porterà al raduno mondiale di Cracovia 2016.
Il contenuto del Messaggio nel servizio di Alessandro De Carolis:
Con le Beatitudini
Gesù ha ribaltato ogni logica umana, insegnando cosa sia la “vera felicità”, quella
che duemila anni dopo il mondo fatica ancora a comprendere, barattandola con ebbrezze
da pochi spiccioli e di durata effimera. Papa Francesco posa la prima pietra del cammino
che guarda alla Gmg di Cracovia del 2016, indicando ai giovani la strada “rivoluzionaria”
tracciata da Gesù con il suo “Discorso della montagna”. “Beati vuol dire felici” e
i poveri delle Beatitudini non sono i “perdenti”, è la sintesi del Papa, che accende
subito una luce su cosa significhi felicità. Prima di tutto, scrive, aspirate “a cose
grandi”, non limitandovi cioè a “vivacchiare” – come amava dire Piergiorgio Frassati
– e questo “vi permetterà di smascherare e respingere le tante offerte ‘a basso prezzo’
che trovate intorno a voi” e quindi a non scambiare per felicità quei “momenti di
ebbrezza”, di “falso senso di appagamento”, che dà l’inseguire “il successo, il piacere,
l’avere in modo egoistico”, l’arroganza del benessere. “È molto triste – considera
il Papa – vedere una gioventù ‘sazia’, ma debole”.
Al contrario, afferma, bisogna
trovare il “coraggio di essere felici”, il che vuol dire andare contro la corrente
che segue il mondo. “Dite no alla cultura del provvisorio, della superficialità, dello
scarto”, rilancia Papa Francesco, perché questo vuol dire essere “poveri in spirito”
– così come richiede la frase scelta per la riflessione di quest’anno. Certo, osserva,
“in un tempo in cui tante persone soffrono a causa della crisi economica, accostare
povertà e felicità può sembrare fuori luogo”. Ma il povero di spirito, dice il Papa,
è il “mendicante di Dio”, l’umile, colui che come Gesù – che è “Dio che si spoglia
della sua gloria” – imita Cristo riconoscendo la propria piccolezza. Non è una strada
facile, riconosce Papa Francesco, ma Gesù, assicura, vi aiuterà a tradurre questo
grande ideale in “stile di vita”. Prima di tutto, suggerisce, “cercate di essere liberi
nei confronti delle cose, staccandovi “dalla brama di avere, dal denaro idolatrato
e poi sprecato” perché – soggiunge – “come è necessario il coraggio della felicità,
ci vuole anche il coraggio della sobrietà”. Secondo, vivere questa Beatitudine richiede
una “conversione per quanto riguarda i poveri”. “Dobbiamo prenderci cura di loro,
essere sensibili alle loro necessità spirituali e materiali. A voi giovani – esorta
Papa Francesco – affido in modo particolare il compito di rimettere al centro della
cultura umana la solidarietà. Di fronte a vecchie e nuove forme di povertà – la disoccupazione,
l’emigrazione, tante dipendenze di vario tipo – abbiamo il dovere di essere vigilanti
e consapevoli, vincendo la tentazione dell’indifferenza”. Di più, dice, “dobbiamo
imparare a stare con i poveri. Non riempiamoci la bocca di belle parole sui poveri!”.
Terzo punto, infine, “i poveri non sono soltanto persone alle quali possiamo dare
qualcosa. Anche loro hanno tanto da offrirci”. “Ci insegnano che una persona non vale
per quanto possiede, per quanto ha sul conto in banca” e che “un povero, una persona
priva di beni materiali, conserva sempre la sua dignità”. E certamente sono dei maestri
“sull’umiltà e la fiducia in Dio”.
Papa Francesco termina il Messaggio per
la Gmg parlando del “legame profondo” che esiste “tra povertà ed evangelizzazione”.
Il Signore, riafferma, “vuole una Chiesa povera che evangelizzi i poveri”. “Le gioie
più belle e spontanee che ho visto nel corso della mia vita – confida il Papa – sono
quelle di persone povere che hanno poco a cui aggrapparsi. L’evangelizzazione, nel
nostro tempo, sarà possibile soltanto per contagio di gioia”. L’ultimo pensiero è
per il 30.mo anniversario della consegna ai giovani della Croce del Giubileo della
Redenzione e soprattutto per il protagonista delle Giornate mondiali, Giovanni Paolo
II, prossimo Santo. “Lui – conclude Papa Francesco – sarà il grande patrono delle
GMG, di cui è stato l’iniziatore e il trascinatore. E nella comunione dei santi continuerà
ad essere per tutti voi un padre e un amico”.