Legge “Terra dei fuochi”. Don Patriciello: ascoltate la Chiesa e la gente campana
Bruciare illecitamente i rifiuti diventa un reato punibile fino a cinque anni di reclusione.
E’ quanto stabilisce il decreto sulla “Terra dei fuochi”, convertito in legge dopo
il via libera definitivo, mercoledì, da parte del Senato. Lo scopo del provvedimento
è di contrastare, nella zona compresa tra Napoli e Caserta, lo smaltimento illegale
di rifiuti industriali, gestito per decenni dalla camorra. Il servizio di Amedeo
Lomonaco:
Oltre all’introduzione
del reato di combustione dei rifiuti, il testo della nuova legge prevede diverse misure,
tra cui il risanamento ambientale anche grazie ai patrimoni confiscati alla mafia,
la mappatura dei siti inquinati e il monitoraggio sugli appalti per le bonifiche.
La Chiesa locale esprime soddisfazione. Don Maurizio Patriciello, parroco della
chiesa di San Paolo Apostolo a Caivano:
R. – E’ un punto di partenza e noi,
come tale, l’abbiamo accolto con gioia. Ma guai a vederlo come un punto di arrivo!
Sarebbe un grave errore.
D. – La “Terra dei fuochi” è diventata finalmente
un problema nazionale…
R. – Questo è stato veramente un traguardo che abbiamo
raggiunto. C’è stato un esempio di democrazia dal basso molto bello.
D. – Questa
legge è figlia anche dell’attivismo della Chiesa e della popolazione che hanno sempre
chiesto risposte urgenti ed efficaci…
R. – Siamo stati ascoltati. Poi, c’è
stato questo decreto, che per la verità è nato “piccino piccino”. E’ nato con il peccato
originale. E' stato un poco migliorato, però si poteva certamente fare di meglio.
Faccio solamente un esempio. Si va adesso nelle campagne ad arrestare chi sta bruciando.
Ma noi già sappiamo chi è che sta bruciando: troveremo i rom, gli immigrati, i disoccupati…
Ma la domanda è un’altra: che cosa sta bruciando e da dove viene questo materiale?
Allora, si scopre che stanno bruciando rifiuti industriali altamente tossici e nocivi
per la salute, mandati dalle industrie che lavorano in "nero" o che vogliono smaltire
in "nero". Allora, si arresta il killer con la pistola fumante, ma non si vuole arrivare
al mandante… Ecco, questo si poteva fare.
D. – La giusta mobilitazione della
popolazione campana di fronte a questa emergenza è anche un esempio per le altre “terre
dei fuochi” sparse in varie regioni italiane…
R. – Penso che noi abbiamo scoperchiato
il “vaso di Pandora”: già si dice che in Calabria c’è un’altra “terra dei fuochi”.
In questi giorni, si parlava di Crotone e di altro… Il problema non riguarda, certamente,
solamente la Campania. Se con il nostro lavoro abbiamo dato un contributo perché finalmente
si volga lo sguardo su questo problema, ne siamo più che contenti. La Chiesa campana
ha veramente fatto un lavoro molto, molto bello.
La nuova legge intende rispondere
anche all’emergenza legata alla vicenda dell’Ilva. In particolare, sono stati stanziati
50 milioni di euro per screening medico-sanitari gratuiti nell’area tra Napoli
e Caserta e in quella di Taranto. Viene introdotta, infine, una speciale procedura
per realizzare, nella zona dello stabilimento pugliese, gli interventi previsti dall’Autorizzazione
integrata ambientale.