Filippine: i vescovi chiedono una riforma agraria equa per il Paese
I vescovi e le associazioni dei coltivatori delle Filippine, hanno chiesto al Governo
di Benigno Aquino di posticipare di due anni la scadenza del Programma di riforma
agraria (Comprehensive Agrarian Reform Program Extension with Reforms, Carper) prevista
a giugno e di portare parziali modifiche al progetto per garantire una più equa distribuzione
delle terre. La richiesta si è resa necessaria perché, a 5 mesi dal termine previsto,
manca la copertura economica per circa un milione di ettari di terra. Secondo i dati
resi noti dal Governo di Manila, dal luglio 2010 al luglio 2013, il Dipartimento di
riforma agraria incaricato di assegnare le terre è riuscito a intervenire solo su
314.422 ettari, dei 1,2 milioni previsti nel programma. In una lettera inviata al
presidente Aquino, mons Pabillo, presidente del Segretariato nazionale per l’azione
sociale, la giustizia e la pace della Conferenza episcopale e altri firmatari spiegano
che “la proroga di altri due anni del Carper coinciderebbe con il tempo restante del
mandato presidenziale e questo assicurerebbe anche la riuscita del programma. Sarebbe
necessaria — si legge nella lettera — un’azione decisa per garantire il successo della
riforma, in considerazione del fatto che il 2014 è stato dichiarato dall’Onu “Anno
Internazionale dell’Agricoltura Familiare”. Non ci sarebbe nulla di male se la sua
Amministrazione appoggiasse la causa delle famiglie dei piccoli coltivatori sostenendo
il programma che darebbe terra a chi non ne ha e consentirebbe al settore agricolo,
a gestione familiare, di prosperare nel nostro Paese”, osservano i firmatari. Da tempo
la Chiesa filippina sostiene la causa della riforma agraria, invocata da decenni e
mai realizzata, anche a causa delle resistenze dei latifondisti. A rallentare la distribuzione
contribuisce anche la corruzione endemica nel Paese. (A cura di Lisa Zengarini)