Brasile. Il card. Filoni: la missionarietà è un'esigenza inderogabile
“Non lasciamoci rubare l’entusiasmo missionario!”, rilanciando questo appello di Papa
Francesco nella sua Esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” (80), il card. Fernando
Filoni ha concluso la sua terza conferenza, tenuta questo giovedì, al corso di studio
che vede riuniti a Rio de Janeiro 97 vescovi brasiliani. Soffermandosi sulla “fenomenologia
della coscienza missionaria oggi”, il Prefetto del Dicastero Missionario ha preso
spunto dai documenti del Magistero scaturiti dal Concilio, ed in particolare dall’ultima
Esortazione del Santo Padre, rilevando che “Papa Francesco ritiene la prospettiva
missionaria un’esigenza inderogabile”. Tracciando un quadro delle trasformazioni subite
dalla “missio ad gentes” nei cinquanta anni post conciliari, il Cardinale ha individuato
alcuni macro-fenomeni: la forte perdita di slancio missionario nelle vocazioni, sebbene,
in compenso, nella Chiesa fosse alta la sensibilità verso il processo di sviluppo
dei popoli; l’aumento della solidarietà ecclesiale verso i Paesi missionari e in via
di sviluppo; i primi passi del laicato cattolico nel campo della cooperazione missionaria;
il consolidamento delle vocazioni fidei donum e lo sviluppo, in diverse forme, della
cooperazione tra Chiese. Il cardinale ha precisato che “questa cooperazione tra Chiese
particolari non può e non deve però sostituirsi alla sollecitudine che il Papa, in
quanto Pastore della Chiesa universale, ha verso tutta la Chiesa, al fine di assicurare
che alle Chiese missionarie mai venga a mancare il minimo necessario per il proprio
sostentamento. Equanimità che oggi è assicurata dalle Pontificie Opere Missionarie”.
Il Prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli ha quindi preso
in considerazione l’evangelizzazione ad gentes nei Paesi di tradizione cristiana:
“Queste Chiese, infatti, non mantenendo più la caratteristica di omogeneità di una
volta, devono fare i conti con una vistosa perdita di fede delle proprie popolazioni,
con la presenza aggressiva di numerose sette e con l’espansione dell’islam, del buddismo
e dell’induismo a seguito dello spostamento di milioni di migranti, o per lavoro,
o per conflittualità politica, militare e religiosa, o per il fenomeno della mobilità
turistica”. Il cardinale ha quindi attirato l’attenzione “sulla missio ad gentes che
ormai dovrà essere tenuta in considerazione, in forma più o meno ampia, nelle diocesi
che una volta avevano una fisionomia omogenea o comunque erano storicamente marcate
dalla presenza cristiana non cattolica, accanto a quella cattolica”. In questo contesto,
una grande opera missionaria può essere svolta dai Movimenti laicali e dalle Associazioni
dei fedeli, alcuni dei quali “hanno acquisito una consapevolezza missionaria straordinaria,
che dovrebbe essere meglio valorizzata dai Pastori”. Infine il card. Filoni ha evidenziato
che “uno degli aspetti che mostrano una crescita nella coscienza missionaria dentro
la Chiesa latino-americana, e brasiliana in particolare, si può vedere nella celebrazione
di periodici Congressi missionari” che si sono poi estesi a tutto il continente, ed
ha comunque esortato a “dare e fare di più”. Quindi ha augurato alla Chiesa in Brasile
“una profonda coscienza missionaria, non solo ad intra, ma anche ad gentes, nella
consapevolezza che una Chiesa matura non mancherà di avere a cuore l’opera missionaria
nel mondo e l’entusiasmo per l’evangelizzazione sia seme di rinnovamento spirituale
e morale del nostro popolo”. (R.P.)