Brasile. Il card. Filoni: uscire dai propri confini, annunciare il Vangelo, edificare
la Chiesa
“La Chiesa di cui parla il Concilio è la comunità ecclesiale che, radicata nella storia,
percorre i cammini degli uomini e delle donne di ogni epoca, fino al compimento della
storia stessa. Il Concilio Vaticano II inquadra l’identità missionaria della Chiesa
nel mistero trinitario e in quello cristologico, correlandola intrinsecamente con
la salvezza compiuta in Cristo, di cui la Chiesa è segno e strumento”. Con queste
parole il card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione
dei popoli, ha iniziato la sua seconda relazione al corso di studio che vede riuniti
a Rio de Janeiro 97 vescovi brasiliani. Nel pomeriggio di martedì, il cardinale si
è soffermato sulla partecipazione delle Chiese locali alla missione ad gentes. Dopo
aver richiamato quanto la costituzione Lumen Gentium afferma sulla natura missionaria
della Chiesa, il cardinale ha sottolineato che “l’affermazione della natura ecclesiale
essenzialmente missionaria va riferita alla Chiesa sia universale, sia locale e/o
particolare”. La Chiesa, fedele al mandato del Signore e animata dallo Spirito, “continua
a mandare araldi del Vangelo, fino a che le nuove Chiese siano pienamente costituite
e continuino a loro volta l’opera di evangelizzazione”. Il Prefetto del Dicastero
Missionario ha quindi enucleato tre passaggi, tra loro correlati, che indicano come
la Chiesa locale possa partecipare alla missio ad gentes: “uscire dai propri confini,
annunciare il Vangelo, edificare la Chiesa”. “L’espressione ‘uscire dai propri confini’
– ha spiegato - allude a un movimento che non equivale al solo lasciare uno spazio
geografico per abitarne un altro... implica anche una dislocazione di tipo culturale...
tale dislocazione culturale può avvenire anche all’interno di uno stesso territorio
o in spazi virtuali”. Il secondo riferimento è al mandato missionario: “Inviato dal
Padre, Cristo invia a sua volta i propri apostoli/discepoli, trasmettendo loro quel
potere che lui stesso ha ricevuto dal Padre e donando loro il suo Spirito. Si tratta
di un invio che vincola la Chiesa e i suoi membri in maniera non estrinseca, anche
se le fasi, i tempi, i contenuti e le finalità della missione non dipendono dall’inviato,
ma da colui che invia”. Quindi il card. Filoni ha sottolineato l’importanza di due
aree per la partecipazione della Chiesa locale alla missio ad gentes: l’attenzione
agli ambiti e la messa in atto di processi dialogici. Per sviluppare il tema dell’annuncio
del Vangelo, il cardinale ha poi preso come riferimento il capitolo 2 degli Atti degli
Apostoli, rilevando come elemento essenziale il concetto che “l’annuncio kerigmatico
che crea la Chiesa-comunione interpella l’essere umano nella concretezza sia della
propria esperienza personale, sia della propria appartenenza a uno specifico contesto
culturale”, quindi ha ribadito “l’impegno della Chiesa locale in ordine all’inculturazione
e contestualizzazione dell’annuncio evangelico”. Infine il concetto di edificare la
Chiesa non è da intendere meramente dal punto di vista quantitativo, anzi, “la missio
ad gentes richiede oggi un supplemento di riflessione sulla figura di Chiesa, individuandone
tratti caratterizzanti che più adeguatamente ne esprimano la vera natura e missione
nell’odierna temperie”. Indicando quindi tali tratti, il Prefetto del Dicastero Missionario
ha parlato di “una Chiesa responsabile e accogliente”, “una Chiesa decentrata e dinamica”,
“una Chiesa al servizio del Regno”. (R.P.)