Piano Onu per il Sahel: servono 2 miliardi di dollari per aiutare 20 milioni di persone
Un nuovo Piano dell’Onu per affrontare la crisi umanitaria nella regione africana
del Sahel è stato lanciato, ieri a Roma, nella sede della Fao. 9 i Paesi interessati
dall’emergenza: Burkina Faso, Camerun, Ciad, Gambia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria
e Senegal. Il servizio di Roberta Gisotti:
Una grande alleanza
di solidarietà tra Nazioni Unte, Unione Europea e organismi non governativi: 117 gli
enti coinvolti in una corsa contro il tempo, oltre 2 milioni e mezzo le persone affamate
a rischio della vita. Vichi De Marchi, portavoce in Italia del Programma Alimentare
Mondiale (Pam):
R. - Sono anni che il Sahel conosce una grave crisi che ancora
non è stata superata. L’appello di oggi delle agenzie Onu parla di 20 milioni di persone
che ancora sono a rischio di sicurezza alimentare. Moltissimi sono i bambini - 5 milioni
- che soffrono di forme di malnutrizione più o meno gravi. É una vera emergenza! E
l’appello per il 2014 -2016 sollecita donazioni, fondi, per circa due miliardi di
dollari. Quindi, un impegno ancora molto importante. Alcuni Paesi del Sahel sono più
a rischio di altri. Si tratta soprattutto di quelli che hanno conosciuto oltre al
problema della siccità, della malnutrizione, della scarsità di cibo anche guerre e
movimenti di rifugiati o sfollati. Pensiamo al Mali, al Ciad, dove si stanno riversando
40 mila rifugiati provenienti dalla Repubblica centrafricana.
D. - La regione
del Sahel è ciclicamente in emergenza. Ci sono delle strategie particolari che verranno
messe in atto con questi fondi?
R. - Questo appello di oggi serve a sottolineare
quanto sia importante in questa regione mettere insieme interventi di emergenza e
interventi per lo sviluppo e per la ripresa, nel senso che le crisi sono ricorrenti
e ci sono delle gravissime condizioni di insicurezza alimentare che sono strutturali.
Pensiamo al fatto che alcuni sono Paesi che hanno un bassissimo indice di sviluppo
e dipendono dai mercati internazionali esteri per il cibo. Quindi, unire gli interventi
di emergenza e quelli di sviluppo è sicuramente fondamentale. Da una ricerca recente,
fatta in Niger, si è visto che interventi preventivi o molto veloci consentono di
risparmiare 75 milioni di dollari l’anno solo per aver anticipato, in qualche modo,
la risposta e non essere intervenuti a crisi in corso. Nel piano di oggi, ci sono
cinque priorità umanitarie che sono state evidenziate: una è la sicurezza alimentare
di cui abbiamo parlato, l’altra è la malnutrizione dei bambini. Poi, c’è il tema delle
guerre e dei conflitti e dei movimenti di popolazione e poi, sempre legato alla povertà
e ai bassi livelli di alimentazione, anche il rischio di epidemie e quindi di problemi
legati alla salute. A questo si aggiunge sicuramente anche il grande tema dei cambiamenti
climatici e dei disastri naturali, che colpisce in modo particolare questa zona.