Il Papa: un uomo di governo non strumentalizza Dio e il suo popolo
Non usare Dio e il popolo per difendersi nei momenti di difficoltà. E’ quanto sottolineato
da Papa Francesco nella Messa di lunedì mattina a Casa Santa Marta. Commentando l’atteggiamento
del re Davide nei confronti del tradimento del figlio Assalonne, il Papa ha esortato
a scegliere sempre la via dell’affidamento a Dio. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Il re Davide
fugge perché suo figlio Assalonne lo ha tradito. Papa Francesco ha incentrato la sua
omelia sulla Prima lettura, tratta dal Secondo Libro di Samuele, che narra di questo
“grande tradimento” e delle sue conseguenze. Davide è triste perché “anche il popolo”
era col figlio contro il re. E sente “come se questo figlio fosse morto”. Ma qual
è, dunque, la reazione di Davide “davanti a questo tradimento del figlio?”. Il Pontefice
indica tre atteggiamenti. Innanzitutto, Davide, “uomo di governo, prende la realtà
come è e sa che questa guerra sarà molto” dura e “che ci saranno tanti morti”. Quindi,
“fa la scelta di non far morire il suo popolo”. Lui, ha osservato il Papa, “poteva
lottare in Gerusalemme contro le forze di suo figlio”, ma sceglie che Gerusalemme
non sia distrutta:
“Davide, questo è il primo atteggiamento, per difendersi
non usa né Dio né il suo popolo, e questo significa l’amore di un re per il suo Dio
e il suo popolo. Un re peccatore - conosciamo la storia – ma un re anche con questo
amore tanto grande: era tanto attaccato al suo Dio e tanto attaccato al suo popolo
e non usa per difendersi né Dio né il suo popolo. Nei momenti brutti della vita accade
che forse nella disperazione uno cerchi di difendersi come può e anche di usare Dio
e di usare la gente. Lui no, il primo atteggiamento è quello: non usare Dio e il suo
popolo”.
Davide sceglie dunque di fuggire. Il suo secondo atteggiamento
è “penitenziale”. Sale la montagna “piangendo”, camminando “col capo coperto e a piedi
scalzi”. E tutta la “gente che era con lui aveva il capo coperto e, salendo, piangeva”.
E’ davvero “un cammino penitenziale”. “Forse – è stata la riflessione del Papa – nel
suo cuore aveva pensato tante cose brutte, tanti peccati, che aveva fatto”, pensa
di non essere “innocente”. Pensa anche che non sia giusto che il figlio lo tradisca,
ma riconosce di non essere un santo e “sceglie la penitenza”:
“Questa salita
al monte ci fa pensare a quell’altra salita di Gesù, anche Lui addolorato, a piedi
scalzi, con la sua croce saliva il monte. Questo atteggiamento penitenziale. Davide
accetta di essere in lutto e piange. Noi, quando accade una cosa del genere nella
nostra vita sempre cerchiamo – è un istinto che abbiamo – di giustificarci. Davide
non si giustifica, è realista, cerca di salvare l’arca di Dio, il suo popolo, e fa
penitenza per quella strada. E’ un grande: un grande peccatore e un grande santo.
Come vanno insieme queste due cose… Dio lo sa!”.
E nel cammino, ha soggiunto
il Papa, appare un altro personaggio: Simei, che getta sassi contro Davide e contro
tutti i suoi servi. E’ un “nemico” che va maledicendo Davide. Uno degli amici del
re afferma, quindi, di voler uccidere questo “disgraziato”, questo “cane morto”. Ma
Davide lo ferma: “invece di scegliere la vendetta contro tanti insulti, sceglie di
affidarsi a Dio”. Anzi, dice di lasciare che Simei lo maledica perché “glielo ha ordinato
il Signore”. E aggiunge: “Lui sa sempre quello che accade, il Signore lo permette”.
"Forse - pensa ancora Davide - il Signore guarderà la mia afflizione e mi renderà
il bene in cambio della maledizione d'oggi". Il terzo atteggiamento di Davide è dunque
l’affidamento al Signore. Il comportamento di Davide, ha così rilevato il Papa, può
aiutare anche noi, “perché tutti noi passiamo nella vita” per momenti di buio e di
prova. Ecco allora i tre atteggiamenti di Davide: “Non negoziare Dio” e “la nostra
appartenenza”; “accettare la penitenza e piangere sui nostri sbagli”; infine “non
cercare, noi, di fare giustizia con le nostre mani, ma affidarci a Dio”:
“E’
bello sentire questo e vedere questi tre atteggiamenti: un uomo che ama Dio, ama il
suo popolo e non lo negozia; un uomo che si sa peccatore e fa penitenza; un uomo che
è sicuro del suo Dio e si affida a Lui. Davide è santo e noi lo veneriamo come santo.
Chiediamo a lui che ci insegni questi atteggiamenti nei momenti brutti della vita”.