A Roma focus sulla crisi umanitaria in Siria. Dall'Onu undici interventi
La crisi siriana è “la più grande tragedia umanitaria della nostra epoca”: lo ha detto
il ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, dando il via ieri al gruppo di lavoro
sulla crisi umanitaria nel Paese mediorientale. All’incontro hanno preso parte 19
Paesi, il vicesegretario dell’Onu Valerie Amos e la commissaria europea per gli aiuti
umanitari Kristalina Georgieva. Il vertice ha previsto misure urgenti in soccorso
delle popolazioni civili colpite dal conflitto. Ma la situazione sul terreno rimane
critica: sono oltre 138 le vittime dei raid aerei condotti dal regime siriano su quartieri
residenziali di Aleppo nelle ultime 72 ore. Il servizio di Davide Maggiore:
11 “interventi
immediati”, che permettano di avere accesso alle comunità assediate, di demilitarizzare
scuole e ospedali e di trovare nuovi fondi per gli aiuti. Li ha annunciati Valerie
Amos, ricordando che 7 milioni di persone sono difficilmente raggiungibili dai programmi
umanitari, e quasi la metà si trovano in stato di “urgente bisogno”. Il ministro degli
Esteri italiano ha definito “una vergogna per la comunità internazionale” il fatto
che gli aiuti siano ancora bloccati e su questo tema ha messo l’accento anche la commissaria
europea, Kristalina Georgieva:
“In Europa siamo stati i più generosi:
i nostri popoli hanno fornito, attraverso i bilanci nazionali e la Commissione europea,
tre miliardi di dollari e mezzo in aiuti umanitari. Ma il denaro non significa nulla
per i bambini, le donne e gli uomini che sono privati dell’assistenza da forze governative
o da combattenti dell’opposizione. E l’appello di tutti noi nella comunità internazionale
ha avuto lo scopo di fare pressione sulle parti in lotta per un maggiore acceso alle
vittime innocenti di questa guerra. Abbiamo visto che l’impegno può portare risultati:
per esempio, vaccinazioni anti-polio hanno raggiunto oltre 3 milioni di bambini. E
abbiamo visto, localmente, anche dei cessate il fuoco che hanno permesso agli aiuti
di arrivare. La questione è come fare questo in modo più profondo, su scala molto
più larga…”.