50 anni del Sermig. Olivero: abbiamo visto Dio all'opera nella nostra storia
“Una storia di Dio”: ecco come definisce i 50 anni di storia del Sermig, Servizio
Missionario Giovanile, il suo ideatore e fondatore Ernesto Olivero.La
regola del movimento è la gioia di rispondere sì e il ringraziamento per questo importante
traguardo è inventare nuova carità. Maura Pellegrini Rhao ha intervistato lo
stessoOlivero:
R. - Uno stupore
nuovo che ha visto all’opera Dio attraverso tantissime persone che hanno creduto nel
sogno di un ragazzino che voleva combattere la fame del mondo; l’hanno appoggiato,
l’hanno aiutato, l’hanno fatto piangere tante volte. Su questa strada ho incontrato
dei segni dell’opera di Dio. Negli anni ’60, quando l'arcivescovo di Torino, il cardinale
Michele Pellegrino, ci diede la chiesa dell’arcivescovado di Torino come sede, eravamo
quattro ragazzini! Ed io dico sempre che ci ha riconosciuto quando noi non sapevamo
ancora chi eravamo.
D. - Gli avvenimenti secondo lei più importanti di questi
50 anni?
R. - Abbiamo capito da subito che i giovani dovevano essere messi
al primo posto, dare loro responsabilità. Così noi ci siamo messi subito al primo
posto, e immediatamente ci hanno aiutato veramente la preghiera, il Vangelo, l’incontro
con Gesù e con delle persone spirituali che avevano visto nel sogno di questi quattro
ragazzi qualcosa di particolare.
D. - I momenti invece più difficili?
R.
- Tutti i momenti sono difficili e nello stesso tempo pieni di speranza. Quando ho
scritto la regola - la nostra regola è la gioia di rispondere “Sì” - non sapevo come
scriverla! Poi, ho fatto un ragionamento: noi abbiamo avuto dei risultati oggettivamente
importanti. Chi ci ha dato la forza di non montarci la testa? Abbiamo ricevuto delle
sofferenze, delle calunnie pazzesche … Chi ci ha dato la forza per non deprimerci,
per non abbatterci? E allora, la nostra regola è il racconto della nostra storia:
amare con il cuore di Dio, l’imprevisto accolto, il “sì” come Maria per sempre, il
Vangelo la nostra regola, l’insegnamento della chiesa … E noi lì, ci siamo trovati
accolti.
D. - Come festeggerete questi 50 anni?
R. - Stasera faremo
un incontro al quale abbiamo invitato il nostro arcivescovo, il generale della finanza,
Andrea Agnelli, Marco Testa - un giornalista -, e chiederemo loro cosa lì ha colpiti
di più di questi 50 anni e cosa si aspettano da noi. Questi sono i nostri festeggiamenti,
ma poi avremo anche altri incontri quest’anno - altri tre o quattro - attraverso i
quali andremo sempre più a fondo nel dono che Dio ci ha dato e ringraziare, "inventando
carità" per le persone che sono in difficoltà.
D. - Quali possono essere i
grandi obbiettivi futuri?
R. - Mettere i giovani al primo posto, veramente!
Noi vogliamo una Chiesa dove i giovani che escono fuori dai vari gruppi, diventando
preti buoni e santi, sapranno servire; e se entreranno in politica, in qualunque partito
non ruberanno e faranno di tutto per fare un servizio. Noi dobbiamo tirare fuori i
De Gasperi che ci sono nel mondo dei credenti, coltivarli già da ragazzi.