Ora di religione, perplessità sulla circolare del Ministero per il prossimo anno
Desta perplessità l’allegato di una circolare del Ministero dell’istruzione sulle
attività alternative all’ora di religione. Per il prossimo anno scolastico, le attività
saranno rese note già da oggi, 3 febbraio, al momento dell’iscrizione, mentre in passato
queste erano elaborate dalle scuole entro un mese dall’inizio delle lezioni. Questo
crea una forte discriminazione nei confronti dell’ora di religione, afferma Nicola
Incampo, insegnante e membro della Consulta nazionale della Conferenza episcopale
italiana per l’Insegnamento della religione cattolica e per la pastorale scolastica.
Maura Pellegrini Rhao lo ha intervistato:
R. - Il problema
è che all’atto dell’iscrizione – dice la norma – l’alunno deve rispondere a una domanda
precisa, ovvero, se si avvale o meno dell’ora di religione. Questo deve essere fatto
al momento dell’iscrizione e la circolare della Palumbo lo dice molto bene. La stessa
circolare afferma che nei primi giorni dall’inizio dell’anno scolastico – tra settembre
e ottobre – l’alunno che non usufruisce dell’ora di religione deve rispondere alla
domanda cosa intende fare in alternativa all’ora di religione. Quindi, lo Stato assicura
l’ora di religione ma alcune scuole, all’atto dell’iscrizione, chiedono all’alunno
non avvalente cosa intenda fare in alternativa. Questo non solo non è legale, ma inoltre
porta le scuole a disorganizzarsi: stabiliscono che l’ora di religione venga svolta
durante o la prima, o l’ultima ora, creano classi di non avvalenti, trovano il modo
di penalizzare chi ha deciso di avvalersi dell’ora di religione. Tutto questo avviene
perché a monte non è previsto con chiarezza cosa effettivamente bisogna fare. La circolare
128 precisa che all’inizio dell’anno scolastico, entro 30 giorni dall’inizio delle
lezioni, le scuole devono dare agli alunni non avvalenti il secondo modello – il modello
C – dove viene chiesto a coloro che non vogliono fare religione di decidere tra le
quattro opzioni disponibili. La scuola quindi solo successivamente si potrà organizzare
tenendo presenti le scelte degli alunni non avvalenti.
D. – Lei è consapevole
che questa cosa nelle scuole succede già da anni?
R. – Sì, infatti mi sono
preoccupato moltissimo perché molti colleghi mi stanno dicendo che le scuole continuano
ad attrezzarsi fornendo il modello degli avvalenti insieme al modello delle quattro
opzioni, ed è sbagliato. Tutto questo, secondo il mio modesto parere, succede perché
quello che è stato scritto dopo la circolare non è conforme alla norma.
D.
– Secondo lei, come si può risolvere dunque il problema?
R. – Il problema secondo
me si risolve in un modo molto semplice: il Ministero dovrà ribadire quello che ha
detto nella circolare, ovvero che all’atto dell’iscrizione va consegnato all’alunno,
o alla famiglia solo il modello per decidere se avvalersi o meno dell’ora di religione.
Noi non chiediamo un privilegio: vorremmo solo che il Ministero si impegnasse a far
rispettare le norme che lui stesso emana. Io non scelgo o di fare religione, o un’attività
alternativa: io scelgo di fare religione, o di non farla e basta.