Brasile: la tratta di esseri umani il tema per la Campagna di Fraternità dei vescovi
Sarà dedicata alla tratta di esseri umani la prossima Campagna di Fraternità, la tradizionale
iniziativa di solidarietà promossa dalla Conferenza episcopale brasiliana (Cnbb) durante
il periodo della Quaresima. L’intento è quello di richiamare l’attenzione dei fedeli
e dell’opinione pubblica su un argomento di particolare rilevanza sociale. La Campagna,
giunta ormai alla sua 51.ma edizione, prenderà il via il 5 marzo, mercoledì delle
Ceneri, con lo slogan “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi” (Gal. 5,1).
In calendario, una serie di iniziative di sensibilizzazione, formazione e preghiera
per far comprendere meglio il fenomeno della tratta e per preparare “agenti pastorali”,
in grado di aiutare le comunità impegnate in questa lotta. Il traffico di esseri umani
e quello connesso della schiavitù sono una piaga ancora molto diffusa in Brasile,
come conferma il numero delle retate condotte dalle autorità del Paese nel 2013. L’ultima
è del 21 gennaio scorso, quando 34 persone sono state liberate nel corso di un’operazione
condotta in cinque centri clandestini di produzione di carbone. Un caso che ha confermato
le preoccupazioni dei vescovi sulla diffusione della schiavitù in tanti settori dell’economia
brasiliana. Allora, commentando l’operazione, il presidente della Conferenza episcopale,
mons. Raymundo Damasceno Assis, aveva ricordato che il traffico di esseri umani è
un’attività favorita dalla miseria e dalle disuguaglianze sociali, di cui approfittano
trafficanti senza scrupoli. Il presule aveva quindi richiamato lo Stato ad adottare
“misure adeguate per sradicare la schiavitù, proteggere chi lotta contro questa piaga
e punire in modo esemplare i responsabili”. E per contrastare il grave fenomeno, la
Commissione episcopale per la Carità, la Giustizia e la Pace ha avviato lo scorso
autunno un gruppo di lavoro specificamente dedicato a questo problema, che ha forti
implicazioni anche a livello pastorale. Secondo la Ong “Walk Free Foundation”, nel
solo Brasile sarebbero almeno 200 mila le persone ridotte in schiavitù. (L.Z)