Svizzera: entrano in vigore le direttive sugli abusi stilate da vescovi e superiori
religiosi
Oggi entra in vigore, in Svizzera, la terza edizione delle direttive su “Gli abusi
sessuali nel contesto ecclesiale. Direttive della Conferenza episcopale svizzera (Ces)
e dell’Unione dei Superiori maggiori (Usm)”. Lo rende noto un comunicato della stessa
Ces. “L’ambito d’applicazione di tali direttive – si legge – è nettamente più vasto,
perché esse sono emanate non solo dai vescovi, ma anche dai Superiori degli Istituti
religiosi”. In questo senso, “la nuova normativa comprende sia le persone direttamente
attive nella pastorale, sia coloro che operano nei diversi ambiti della Chiesa: catechismo,
giovani, formazione, volontariato, sociale, musica sacra, ecc.”. Essa, inoltre, spiega
la Ces, “concerne anche le comunità religiose, i movimenti e i gruppi ecclesiali”.
Rispetto alle edizioni del 2002 e del 2010, i vescovi svizzeri sottolineano come le
nuove direttive facciano riferimento ad “una prevenzione molto accentuata, soprattutto
riguardo alla formazione”; ad esempio, “l’ammissione dei seminaristi o dei candidati
agli ordini e alle comunità religiose, esige la presentazione dell’estratto del casellario
giudiziale”. Allo stesso modo, ricorda la Ces, “se i candidati al sacerdozio o alla
vita consacrata dovessero cambiare luogo di formazione o di vita comunitaria, le informazioni
tra i responsabili dovranno circolare in maniera chiara e precisa”, tanto che “l’ordinario
incaricato dovrà redigere un attestato di moralità” e indirizzarlo al nuovo responsabile
della formazione del candidato. Inoltre, i presuli raccomandando che “la problematica
degli abusi sessuali” sia “pienamente integrata nel percorso formativo, così come
gli effetti duraturi sulle vittime, le norme concernenti in ambito civile ed ecclesiale
e le conseguenze” per gli autori di abusi. Nel documento della Chiesa di Friburgo
vengono integrate anche le disposizioni varate dalla Congregazione per la Dottrina
della Fede, alla quale – ricorda la Ces – spetta il compito di “giudicare gli abusi
sessuali commessi da membri del clero sui minori di 18 anni”. Infine, si sottolinea
che “elementi costitutivi del reato sono già l’acquisto, il possesso, lo scaricamento
da Internet, e la diffusione di materiale pedopornografico”. (I.P.)