2014-02-01 15:39:02

Italia: nel 2013 nati circa 540 mila bambini, la maggior parte da un genitore straniero


“E’ necessario lo sviluppo di nuovi percorsi formativi di prevenzione sull’ infertilità, ma anche una programmazione di interventi socio culturali a sostegno della salute procreativa”. Questo l’appello unanime delle cliniche ginecologiche e ostetricie delle Università romane, riunite in un convegno questa mattina a Roma, alla vigilia della Giornata per la vita. E sempre nella capitale, presso il Policlinico Umberto I, si è svolto un incontro sul tema “Nascere in Italia: problematiche mediche e sociali”. Il servizio di Marina Tomarro:RealAudioMP3

In Italia, diminuisce la mortalità infantile, ma si affronta la prima gravidanza in età sempre più avanzata. Infatti, secondo i dati Istat, circa il 7% delle future mamme ha un eta compresa tra i 40 e i 49 anni. Aumentano anche i parti gemellari, dovuti probabilmente al ricorso sempre più frequente da parte di molte coppie di tecniche di fecondazione medicalmente assistita. Ma quanti sono i bambini che oggi nascono nel Belpaese? Mario De Curtis del Dipartimento di pediatria del policlinico Umberto I:

"Nel 2012, sono nati 534 mila bambini, ben 42 mila in meno rispetto al 2008. Gli ultimi dati dell’Istat, relativi al 2013, confermano questa ulteriore diminuzione della natalità che è presente non solo in Italia, ma anche in Europa. L’altro fenomeno che abbiamo osservato in Italia è rappresentato da una diminuzione di nati da genitori italiani e un progressivo aumento di nati da genitori stranieri. I nati da donne rumene sono quelli più numerosi".

Ma a volte, proprio questi piccoli quando nascono hanno bisogno di attenzioni e cure particolari. Ancora Mario de Curtis:

R. - Molto spesso, questi bambini, rispetto ai figli di donne italiane, presentano più frequentemente delle situazioni patologiche, quali prematurità, problemi respiratori, e necessitano di cure intensive. Questo fenomeno è da mettere in relazione a una serie di condizioni, quali un cattivo controllo della gravidanza, una cattiva alimentazione, delle condizioni igieniche particolarmente scadenti, situazioni abitative molto critiche. Senza dubbio, un miglioramento potrebbe aversi con una migliore informazione e aiuto a queste donne.

D. - Com’è cambiata la neonatologia oggi in Italia?

R. - Oggi, l’assistenza neonatale in Italia ha raggiunto dei livelli ottimi. Diciamo che esistono molti centri italiani che sono paragonabili, per i risultati, che hanno ai migliori centri internazionali. Ma esistono inevitabilmente dei problemi tra le varie regioni e una maggiore attenzione deve essere data soprattutto all’organizzazione. Bisogna rivedere alcuni principi e in particolar modo i tagli lineari della sanità e la spending review che stanno mettendo veramente in ginocchi molti reparti di neonatologia e di terapia intensiva neonatale.







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