2014-02-01 08:17:25

Ginevra 2. Nessun accordo per la Siria. Sul terreno 1900 morti durante la conferenza di pace


Crisi siriana. Si è conclusa senza un accordo concreto la prima fase delle trattative a Ginevra. Drammatico il bilancio degli scontri sul terreno, mentre opposizione e regime tentavano l’accordo per la pace: 1900 i morti, secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, dall’inizio di Ginevra 2, il 22 gennaio. Marina Calculli:RealAudioMP3

L’appuntamento è al 10 febbraio. Così il delegato internazionale Lakhdar Brahimi ha chiuso il primo round dei negoziati, in cui, a detta dello stesso diplomatico algerino, “non ci sono stati risultati tangibili”. Si è trattato di un "inizio indubbiamente difficile, su cui però – dice Brahimi – si può costruire”. Il dato positivo è che “le due parti non hanno abbandonato i negoziati”. Ma alla resa dei conti il Regime e l’opposizione restano fermi su posizioni diametralmente opposte dalle modalità della transizione democratica all’identità dei combattenti anti-Assad. Damasco insiste sulla penetrazione esterna dei ranghi degli insorti: “sono pieni di terroristi non siriani” ha detto il ministro degli esteri Muallem. Replicando, il capo dell’opposizione Ahmad Jarba ha accusato il regime stesso di essersi servito di gruppi criminali di affiliazione islamista per indebolire la credibilità dell’opposizione. Quest’ultima, inoltre, insiste: “Asad deve fare un passo indietro”: un’opzione su cui però il regime non intende cedere. Il bilancio è pessimo anche sul terreno: dall’inizio dei negoziati, in Siria sono morte circa 1900 persone. L’appuntamento a Ginevra resta intanto fissato tra 10 giorni. Ma ci si chiede se un tempo così breve basterà a chiudere una frattura che sembra in realtà sempre più profonda.

Per un bilancio dei negoziati,
Fausta Speranza
ha intervistato
Daniele De Luca,
docente di Storia delle relazioni internazionali all'Università del Salento:RealAudioMP3

R. - Probabilmente, l’unico risultato possibile in questo momento era fermare i colloqui, prendere un periodo di consultazioni, sentire i legittimi e relativi leader e vedere un pochino come poter andare avanti. Certo, la questione di un summit in cui si trovano troppe persone, lì, di fronte, non credo sia probabilmente il metodo migliore. In tutti i processi di pace - penso anche a quelli, anche se con tutte le difficoltà del caso, del conflitto israelo-palestinese ma penso anche prima agli accordi tra Israele e Giordania o Israele ed Egitto - anzitutto sono venuti gli incontri segreti, gli incontri bilaterali tra le parti, dopodiché ci si è incontrati in un summit generale.

D. - Sembra proprio che sia il futuro di Assad il vero nodo: è così?

R. - Probabilmente sì. Probabilmente, c’è la questione di cosa fare di Assad, perché ha sicuramente alle spalle dei protettori molto forti - la Russia o l’Iran stesso, che tra l’altro non è presente in questo summit e credo sia una mancanza molto forte - e quindi il ruolo e il futuro del presidente siriano è una questione assolutamente centrale in ogni punto del colloquio.

D. - In attesa del prossimo round di negoziati, si fa strada il pensiero del prossimo colloquio Iran-Usa sul nucleare iraniano, in febbraio. In qualche modo si intrecciano le due cose?

R. - Non credo che si intreccino. Sicuramente, potranno avere dei punti in comune. Da quello che si legge delle dichiarazioni iraniane da quando i due Paesi si sono - diciamo tra virgolette - riavvicinati, non ci sono stati momenti particolarmente duri di nuovo allontanamento. E poi la questione nucleare è una questione che preme moltissimo sia agli Stati Uniti che all’Iran e credo che non la vorranno mettere al momento da parte ed evitare di discuterne. Altra cosa è la questione siriana in cui secondo me un coinvolgimento dell’Iran, in questo momento, mi sembra più che opportuno.

D. - Abbiamo citato l’Iran, citiamo anche la Cina e la Russia come protagonisti "ombra" dietro il regime di Assad. Ricordiamo che il leader dell’opposizione siriana sarà a Mosca il 4 febbraio. Anche qui, quali possibili ulteriori sviluppi ci possono essere nella posizione?

R. - Intanto, è importante che l’opposizione siriana si confronti con il maggior protettore del presidente Assad, in maniera tale che in queste conversazioni - io vedo qui il centro di ogni discussione e cioè negli accordi bilaterali, negli incontri bilaterali - si possa discutere di quali potrebbero essere le nuove possibilità, o di un summit generale o di incontri bilaterali segreti.







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