In Thailandia, manifestazioni in vista del voto di domenica
A Bangkok è il secondo giorno di grandi cortei e proteste con l’obiettivo di raccogliere
adesioni e fondi per il previsto blocco della capitale proprio nel giorno delle elezioni
anticipate. Le autorità incaricate di gestire la crisi hanno ribadito che i leader
della protesta saranno arrestati da lunedì. Il servizio di Stefano Vecchia:
Molti dei 45
milioni di elettori potenziali sono indecisi tra il non voto oppure un voto per il
NO al governo, che non invalidi il risultato delle urne. Elezioni che il governo ha
ribadito questa mattina potranno essere ripetute ancora se dovessero fallire, sempre
in una sola tornata prevista dalla costituzione, ma resa di fatto impossibile anche
nel voto di domenica, che comunque vada dovrà essere integrato da diverse operazioni
elettorali per consentire a tutti i votanti e a tutti i candidati di confrontarsi
nelle urne. Un processo che potrebbe durare da tre a cinque mesi. Molti ora prevedono
per il dopo-voto una situazione di caos se possibile ancora più accentuata, con interventi
sia di Corte suprema e Commissione elettorale che potrebbero invalidare il risultato,
sia della giustizia ordinaria e di quella speciale, chiamate a indagare l'immenso
buco nero creato nelle casse statali dalla politica risicola, segnale di corruzione
e sprechi ormai fuori scala. Incertezza politica, economica e sociale, tensioni e
violenze con 11 morti e quasi 600 feriti, hanno accompagnato le settimane pre-voto,
segneranno profondamente quelle post-voto. L'opposizione ha deciso di non bloccare
i seggi elettorali convinta che il risultato delle urne sarà invalidato, ma ha chiamato
alla mobilitazione della popolazione a Bangkok e altrove con effetti prevedibili,
già visti in due occasione lo scorso dicembre quando forse un milione di persone avevano
paralizzato la metropoli. La chiamata delle Camicie Rosse filogovernative a vigilare
sulle sedi elettorali potrebbe facilitare tensioni e scontri su una scala assai maggiore
di quella vista domenica scorsa in occasione del voto anticipato per alcuni gruppi
di elettori.