Il Papa: dottrina della Chiesa non sia ridotta a ideologia, ma serva il popolo di
Dio
Non ridurre la dottrina a ideologia o teoria astratta, ma sia sempre al servizio dei
fedeli. E’ quanto affermato da Papa Francesco nell’udienza di ieri alla plenaria della
Congregazione per la Dottrina della Fede, guidata dal prefetto mons. Gerhard L. Müller.
Nel suo intervento, il Papa ha indicato la possibilità che la Congregazione possa
collegarsi con la nuova Commissione per la protezione dei fanciulli per contrastare
la piaga degli abusi sessuali su minori. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Siano sempre
i criteri della fede a prevalere nelle parole e nella prassi della Chiesa”: è iniziato
con questa riflessione il discorso di Papa Francesco al dicastero per la Dottrina
della Fede. Il Pontefice ha osservato che “quando la fede brilla nella sua semplicità”
anche “il vissuto ecclesiale diventa luogo in cui la vita di Dio emerge con tutto
il suo fascino”. Bisogna dunque vincere la tentazione di “intendere la dottrina in
un senso ideologico o di ridurla ad un insieme di teorie astratte e cristallizzate”:
“In
realtà, la dottrina ha l’unico scopo di servire la vita del Popolo di Dio ed intende
assicurare alla nostra fede un fondamento certo. Grande è infatti la tentazione di
appropriarci dei doni della salvezza che viene da Dio, per addomesticarli – magari
anche con buona intenzione – alle vedute e allo spirito del mondo. E questa è una
tentazione che si ripete continuamente”.
Quindi, ha ringraziato la Congregazione
per l’impegno nel trattare i “delitti più gravi”, specie “i casi di abusi sessuale”
su minori:
“Pensate al bene dei bambini e dei giovani, che nella comunità
cristiana devono sempre essere protetti e sostenuti nella loro crescita umana e spirituale.
In tal senso si studia la possibilità di collegare con il vostro Dicastero la specifica
Commissione per la protezione dei fanciulli, che ho istituito e che vorrei sia esemplare
per tutti coloro che intendono promuovere il bene dei bambini”.
Il Papa
non ha poi mancato di riferirsi al tema della Plenaria, incentrato sul rapporto tra
fede e Sacramento del matrimonio:
“Si tratta di una riflessione di grande
rilevanza. Essa si pone nella scia dell’invito che già Benedetto XVI aveva formulato
circa la necessità di interrogarsi più a fondo sulla relazione tra fede personale
e celebrazione del Sacramento del matrimonio, soprattutto nel mutato contesto culturale”.
Il
Papa ha rammentato che “prendersi cura dell’integrità della fede è un compito molto
delicato” affidato alla Congregazione. Compito, ha precisato, “sempre in collaborazione
con i pastori locali e con le Commissioni dottrinali delle Conferenze episcopali”.
Ciò, ha affermato, “serve a salvaguardare il diritto di tutto il Popolo di Dio a ricevere
il deposito della fede nella sua purezza e nella sua integralità”.
“Il
vostro lavoro cerca di tenere sempre presenti anche le esigenze del dialogo costruttivo,
rispettoso e paziente con gli Autori. Se la verità esige la fedeltà, questa cresce
sempre nella carità e nell’aiuto fraterno per chi è chiamato a maturare o chiarire
le proprie convinzioni”.
Il Pontefice ha anche offerto una riflessione
sul metodo di lavoro del dicastero che, ha detto, “si distingue per la prassi della
collegialità e del dialogo”. La Chiesa, ha proseguito, è infatti il luogo della “comunione”
e, ad ogni livello, “tutti siamo chiamati a coltivare e promuovere la comunione, ciascuno
nella responsabilità che il Signore gli ha assegnato”:
“Sono certo che
quanto più la collegialità sarà un tratto effettivo del nostro operare, tanto più
risplenderà davanti al mondo la luce della nostra fede (cfr Mt 5,16). In tutto il
vostro servizio, possiate conservare sempre un profondo senso di gioia, la gioia
della fede, che ha la sua fonte inesauribile nel Signore Gesù”.
Dal canto
suo, mons. Müller che, nel suo intervento, si è soffermato su Lumen Fidei ed
Evangelii Gaudium, ha offerto una sua riflessione sul tema del Sacramento del
Matrimonio, al centro della Plenaria. “Alla crescente mancanza di comprensione circa
la santità del matrimonio – ha affermato – la Chiesa non può rispondere con un adeguamento
pragmatico a ciò che appare inevitabile, ma solo con la fiducia piena nello Spirito
di Dio, perché possiamo conoscere ciò che Dio ci ha donato”.