Papa Francesco: dicotomia assurda amare Cristo senza la Chiesa
“Non si capisce un cristiano senza Chiesa”: lo ha affermato Papa Francesco durante
la Messa presieduta a Santa Marta nel terzo giovedì del Tempo ordinario. Il Pontefice
ha indicato tre pilastri del senso di appartenenza ecclesiale: l’umiltà, la fedeltà
e la preghiera per la Chiesa. Il servizio di Sergio Centofanti:
L’omelia del
Papa è partita dalla figura del re Davide, come viene presentata dalle letture del
giorno: un uomo che parla col Signore come un figlio parla con il padre e anche se
riceve un “no” alle sue richieste, lo accetta con gioia. Davide – osserva Papa Francesco
– aveva “un sentimento forte di appartenenza al popolo di Dio”. E questo – ha proseguito
– ci fa chiedere su quale sia il nostro senso di appartenenza alla Chiesa, il nostro
sentire con la Chiesa e nella Chiesa:
“Il cristiano non è un battezzato
che riceve il Battesimo e poi va avanti per la sua strada. Il primo frutto del Battesimo
è farti appartenere alla Chiesa, al popolo di Dio. Non si capisce un cristiano senza
Chiesa. E per questo il grande Paolo VI diceva che è una dicotomia assurda amare Cristo
senza la Chiesa; ascoltare Cristo ma non la Chiesa; stare con Cristo al margine della
Chiesa. Non si può. E’ una dicotomia assurda. Il messaggio evangelico noi lo riceviamo
nella Chiesa e la nostra santità la facciamo nella Chiesa, la nostra strada nella
Chiesa. L’altro è una fantasia o, come lui diceva, una dicotomia assurda”.
Il
“sensus ecclesiae” – ha affermato - è “proprio il sentire, pensare, volere, dentro
la Chiesa”. Ci sono “tre pilastri di questa appartenenza, di questo sentire con la
Chiesa. Il primo è l’umiltà”, nella consapevolezza di essere “inseriti in una comunità
come una grazia grande”:
“Una persona che non è umile, non può sentire con
la Chiesa, sentirà quello che a lei piace, a lui piace. E’ questa umiltà che si vede
in Davide: ‘Chi sono io, Signore Dio, e che cosa è la mia casa?’. Con quella coscienza
che la storia di salvezza non è incominciata con me e non finirà quando io muoio.
No, è tutta una storia di salvezza: io vengo, il Signore ti prende, ti fa andare avanti
e poi ti chiama e la storia continua. La storia della Chiesa incominciò prima di noi
e continuerà dopo di noi. Umiltà: siamo una piccola parte di un grande popolo, che
va sulla strada del Signore”.
Il secondo pilastro è la fedeltà, “che va
collegata all’ubbidienza”:
“Fedeltà alla Chiesa; fedeltà al suo insegnamento;
fedeltà al Credo; fedeltà alla dottrina, custodire questa dottrina. Umiltà e fedeltà.
Anche Paolo VI ci ricordava che noi riceviamo il messaggio del Vangelo come un dono
e dobbiamo trasmetterlo come un dono, ma non come una cosa nostra: è un dono ricevuto
che diamo. E in questa trasmissione essere fedeli. Perché noi abbiamo ricevuto e dobbiamo
dare un Vangelo che non è nostro, che è di Gesù, e non dobbiamo – diceva Lui – diventare
padroni del Vangelo, padroni della dottrina ricevuta, per utilizzarla a nostro piacere”.
Il
terzo pilastro – ha detto il Papa – è un servizio particolare: “pregare per la Chiesa”.
“Come va la nostra preghiera per la Chiesa? – domanda Papa Francesco - Preghiamo per
la Chiesa? Nella Messa tutti i giorni, ma a casa nostra, no? Quando facciamo le nostre
preghiere?”. Pregare per tutta la Chiesa, in tutte le parti del mondo. “Che il Signore
–ha concluso il Papa - ci aiuti ad andare su questa strada per approfondire la nostra
appartenenza alla Chiesa e il nostro sentire con la Chiesa”.