2014-01-30 07:37:51

Israele: slitta la sentenza della Corte sul muro a Cremisan. Il parroco: chiediamo giustizia


Si dovrà aspettare forse la prossima settimana per la sentenza - inizialmente attesa per ieri - della Corte Suprema israeliana circa la costruzione di una parte del muro nella zona adiacente il villaggio di Beit Jala, nella valle di Cremisan. Si tratta di un’importante zona fertile nell’area di Betlemme, fonte di reddito per le famiglie palestinesi cristiane che vi abitano. Nell’eventuale edificazione, e nella conseguente espropriazione delle terre da parte degli israeliani, verrebbero coinvolti anche due monasteri salesiani. La municipalità di Beit Jala ha fatto ricorso: all’udienza di ieri era presente anche il parroco, padre Ibrahim Shomali. Francesca Sabatinelli lo ha raggiunto telefonicamente:

R. - Stiamo aspettando le decisione della corte suprema, che stabilirà se i cristiani locali perderanno completamente i loro terreni, o no. Vogliamo veramente che la giustizia abbia corso e per noi la giustizia è che i terreni dei cristiani rimangano con Beit Jala.

D. - Se il muro dovesse essere costruito sulla terra di Beit Jala quale sarà il danno per i cristiani?

R. – La perdita dei terreni, dunque la perdita del futuro dei loro bambini che non potranno rimanere in Terra Santa. Inoltre la perdita dei terreni agricoli per sempre, anche se gli israeliani ci dicono che lasceranno una porta per il passaggio degli agricoltori cristiani. Il danno sarà perdere la missione e l’identità della nostra comunità cristiana in Terra Santa a Beit Jala.

D. – Sono coinvolti anche due conventi salesiani …

R. – Sì, il convento dei frati salesiani che fanno il vino, con l’impiego di lavoratori cristiani locali, e anche le suore salesiane che hanno una scuola per i bambini cristiani e musulmani, nella zona di Betlemme. Se il muro sarà costruito come deciso dalla prima Corte saranno separati: i due conventi, ma non solo, anche i lavoratori dal posto di lavoro, e poi il terreno delle suore salesiane sarà da una parte e il monastero dall’altra. Dunque, il futuro della scuola sarà impedito.

D. – Avete parlato con le autorità israeliane che vi hanno detto che Israele vuole costruire il muro per garantire la propria sicurezza…

R. – Abbiamo parlato con le autorità israeliane così come con quelle palestinesi, ma non abbiamo avuto neanche una risposta, ci è solo stato detto: ‘andate al tribunale e parlate lì’, ed è quello che stiamo facendo.

D. – Ieri avete trascorso la mattinata in Corte Suprema, secondo lei quale potrebbe essere il verdetto?

R. – A dire la verità i sentimenti sono contrastanti, come cristiani dobbiamo essere ottimisti, ma allo stesso tempo sappiamo che il giudice è nostro avversario, quindi non ci aspettiamo molto da questa Corte. Speriamo che il Signore cambi la mente dei capi politici, perché la questione è politica, non è solo giudiziaria, o legale, la politica gioca molto in questa zona. La costruzione del muro serve a prendere i terreni per allargare la grande Gerusalemme e allargare la colonia di Gilo, ecco perché la questione è politica. Contiamo molto sulla vostra preghiera, perché il Signore ci ascolti.







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