Iran: scarcerato un cristiano che era in prigione perchè “convertito”
Davoud Alijani, iraniano cristiano convertito al cristianesimo dall’islam e leader
della “Assemblea di Dio” nella città di Ahwaz, è stato rilasciato dal carcere di Karoon
il 13 gennaio scorso, 20 giorni prima del termine in cui scadeva il suo tempo di prigionia.
Come riferito all'agenzia Fides dalla Ong “Christian Solidarity Worldwide” (Csw),
Alijani ha raccontato di aver subìto in carcere maltrattamenti fisici e psicologici
e che spesso le guardie gli chiedevano di riconvertirsi all’islam. Alijani era stato
arrestato il 23 dicembre 2011 durante una celebrazione del Natale nella chiesa dell’Assemblea
di Dio ad Ahwaz, insieme con il Pastore Sabokrouh e sua moglie, e con l’altro leader
laico Naser Zamen-Dezfuli. I quattro sono rimasti in carcere fino a febbraio 2012.
Al Pastore Sabokrouh è stato vietato di organizzare incontri di culto ad Ahwaz. A
ottobre 2012, i quattro cristiani sono stati condannati a un anno di prigione con
l'accusa di “conversione al cristianesimo e di macchinazioni contro la Repubblica
islamica attraverso l'evangelizzazione”. Convocati in tribunale a maggio 2013, sono
stati arrestati e mandati in prigione per scontare la pena. Il 4 dicembre 2013 sono
stati rilasciati il pastore Sabokrouh, sua moglie e Naser Zamen-Dezfuli. Ora anche
Alijani è stato liberato. Mervyn Thomas, presidente di Csw, dichiara in una nota inviata
a Fides: “Mentre accogliamo con favore il rilascio di Alijani, ricordiamo che queste
persone sono state arrestate e condannate solo per aver celebrato il Natale nella
loro chiesa, legalmente registrata. Tale attività non merita le accuse politiche per
cui sono stati condannati. Negare alle minoranze religiose la libertà di manifestare
la loro fede nel culto e nella comunione con gli altri viola l'articolo 18 della Convenzione
internazionale sui diritti civili e politici, firmata dall’Iran. Esortiamo il governo
iraniano a non criminalizzare la conversione religiosa e a rilasciare tutti i prigionieri
di coscienza incarcerati con false accuse politiche”. (R.P.)