Sri Lanka: i cristiani protestano contro l'escalation di attacchi degli integralisti
buddisti
Migliaia di cristiani hanno manifestato domenica a Colombo, capitale dello Sri Lanka,
per denunciare l’escalation di attacchi contro chiese e moschee da parte di gruppi
radicali buddisti e per chiedere al governo di tutelare i diritti delle minoranze
religiose nel Paese. Lo riferisce l’agenzia Ucan. “Difendiamo le libertà sancite dalla
Costituzione: la libertà di pensiero, coscienza, religione e associazione dovrebbero
valere per tutte le comunità religiose”, ha detto il vescovo anglicano Dhiloraj R.
Canagasabey rivolgendosi ai partecipanti alla manifestazione riuniti nella cattedrale
di Cristo Salvatore Vivente. Il vescovo ha anche ricordato le difficoltà che i genitori
cristiani incontrano per educare i loro figli secondo la loro fede: molti sono infatti
costretti a studiare la religione buddista che è contro i loro diritti. Nel 2013 lo
Sri Lanka ha visto un’impennata degli attacchi contro le minoranze religiose, soprattutto
quella cristiana, che rappresenta il 6-7% del popolazione per il 70% buddista. La
maggior parte delle violenze – che avvengono nella totale indifferenza delle autorità
locali – è perpetrata da monaci buddisti attraverso la chiusura forzata di chiese,
atti di vandalismo e incendi dolosi, minacce e percosse a membri della comunità, nel
tentativo di cacciare il cristianesimo definito “estraneo allo Sri Lanka”. Questi
stessi gruppi radicali sono all’origine delle diverse proposte di legge presentate
in questi anni contro le conversioni ad altre religioni. Nel 2013 si è registrato
un aumento del 100% degli episodi di cui si ha notizia rispetto al 2011. L’ultimo
risale ai primi di gennaio. La gravità del fenomeno è stata confermata anche dal Commissario
dell’Onu per i Diritti umani, Navi Pillay dopo una visita in Sri Lanka alla fine dell’anno
scorso. (L.Z.)