Ponendo fine a un lungo contenzioso, con un verdetto storico la Corte Internazionale
di Giustizia dell’Aja ha modificato la frontiera marittima fra Cile e Perù a beneficio
di Lima, pur lasciando intatta quella terrestre e respingendo i reclami iniziali del
governo peruviano. “La Corte stabilisce che la frontiera segue una linea parallela
fino alle 80 miglia (nautiche) e a partire da qui acquisisce una direzione sud fino
a un punto B abbassandosi (in linea retta e all’altezza delle 200 miglia) fino a un
punto C” ha detto il presidente del tribunale, Peter Tomka, leggendo la sentenza.
Il verdetto - riferisce l'agenzia Misna - rompe lo status quo, ma le prime reazioni,
riportate da fonti di stampa, non dovrebbe colpire i pescatori cileni, soprattutto
i più piccoli, che hanno un raggio di 40 miglia dove poter svolgere la loro attività.
Nel 2008 il Perù ha denunciato il Cile all’Aja per definire i limiti marittimi lungo
una linea equidistante dalle coste di entrambi i Paesi, sostenendo che non fossero
mai stati fissati. Per il Cile, tuttavia, la frontiera marittima con il Perù era stabilita
da trattati firmati nel 1952 e nel 1954, che, tuttavia, il Paese vicino considerava
solo accordi relativi alla pesca. A più riprese i governi di Lima e Santiago hanno
dichiarato che avrebbero accolto il verdetto della Corte dell’Onu, che è peraltro
inappellabile e deve essere applicato obbligatoriamente dalle parti: la modalità sarà
comunque graduale e consensuale. (R.P.)