Siria: stallo su negoziati a Ginevra. Damasco chiede più garanzie per i corridoi umanitari
La crisi siriana. Ancora una battuta d’arresto sui negoziati tra governo e opposizione
in corso a Ginevra. Per il mediatore di Onu e Lega Araba Brahimi le parti restano
distanti sulla transizione politica e l’apertura di corridoi umanitari in particolare
ad Homs; intanto sul terreno ancora vittime, mentre è alle porte del Mediterraneo
la nave Usa per il trasbordo delle armi chimiche di Damasco. Cecilia Seppia:
Posizioni
troppo discrepanti sulla transizione politica in Siria e il mediatore internazionale
Lakhdar Brahimi dopo aver incontrato le parti in stanze separate, ha dovuto riconoscere
l’assenza di progressi anche su quello che sembrava il primo sviluppo concreto: ovvero
l’evacuazione di donne e bambini dalla città assediata di Homs. Ci sono ancora troppi
problemi ha detto Brahimi ammettendo che manca anche l’intesa sul cessate il fuoco
e una riduzione del livello di violenza. Il nostro obiettivo ha spiegato il portavoce
della Coalizione nazionale siriana è di togliere l’assedio a tappe, poi penseremo
ai detenuti politici. Ma il regime chiede maggiori garanzie sui corridoi umanitari
e ignora anche l’appello degli Stati Uniti che definiscono la situazione dei civili
disperata. E in effetti oggi sul terreno oltre alle vittime di attacchi mirati si
registra anche la morte di 4 persone per fame e stenti nel campo profughi palestinese
di Yarmuk, situato nella zona sud di Damasco. Nonostante la tensione alle stelle entrambe
le delegazioni hanno affermato che non lasceranno la conferenza di pace e assicurato
di voler mantenere un atteggiamento positivo finchè non si aprirà la strada del governo
transitorio.