Egitto in fiamme: la protesta dilaga, almeno 49 morti, un migliaio di arresti
In Egitto nuova notte di manifestazioni e scontri al Cairo all’indomani della sanguinosa
giornata di ieri segnata da disordini scoppiati in tutto il Paese in occasione del
terzo anniversario della rivoluzione che portò alla cacciata dell’ex presidente Mubarak.
Il ministero della Sanità ha fatto sapere che sono almeno 49 le persone morte nelle
ultime 24 ore. Solo al Cairo si contano oltre 250 feriti, tra cui diversi poliziotti.
E il ministero dell’Interno ha diffuso il bilancio degli arresti: più di mille ‘rivoltosi’
sono finiti in manette perché trovati in possesso di fucili, bombe molotov e altre
armi. Dal canto suo il presidente Mansour ha promesso "misure eccezionali" per riportare
la sicurezza, annunciando anche che le elezioni presidenziali si terranno prima di
quelle legislative. Molti media locali prevedono la candidatura del generale al Sisi,
capo delle forze armate. Intanto continua a salire la tensione anche nel Sinai, dove
proseguono gli attacchi contro obiettivi militari. L’ultimo stamattina ai danni un
veicolo dell’esercito che trasportava soldati. Quattro di loro hanno perso la vita.
Altri nove sono rimasti feriti. In seguito questo ennesimo episodio l'esercito ha
minacciato la linea dura contro i terroristi, con un implicito riferimento alla Fratellanza
Musulmana sospettata di fomentare le violenze nell'area. Complessivamente, dal 3 luglio
scorso, oltre mille manifestanti che appoggiavano il presidente deposto Morsi sono
stati uccisi dalle forze dell'ordine o dai sostenitori delle nuove autorità appoggiate
dai militari.