A settembre la beatificazione di mons. Álvaro del Portillo, primo successore di San
Josemaría Escrivá
Sarà beatificato sabato 27 settembre a Madrid, mons. Álvaro del Portillo, prelato
dell’Opus Dei. Lo ha stabilito Papa Francesco accogliendo la richiesta presentata
dall’attuale prelato, mons. Echevarria. La cerimonia sarà presieduta dal prefetto
della Congregazione delle Cause dei Santi, il cardinale Angelo Amato. A spiegare l’importanza
della decisione del Papa è il portavoce dell’Opus Dei, Bruno Mastroianni, intervistato
da Filippo Passantino:
R. – E’ un dono
senz’altro per i devoti di don Álvaro, per i fedeli dell’Opus Dei e per i tanti amici,
ma poi è un dono per tutta la Chiesa. Ci sono tre punti fondamentali della vita di
don Álvaro. Da una parte la famiglia: lui è stato un sacerdote e poi un vescovo e
poi ancora prima, anche da laico, una persona sempre molto attenta al ruolo della
famiglia, della fedeltà tra marito e moglie, dell’apertura alla fecondità, ma anche
al ruolo delle famiglie nella società. Il secondo punto è quello della Chiesa: la
sua fedeltà, amore e servizio alla Chiesa che, appunto, si è realizzato anche in questo
servizio alla Santa Sede: lui è stato consultore di diversi dicasteri vaticani, ha
lavorato al Concilio Vaticano II. E poi, infine, l’ultimo pilastro è quello dei poveri
e dei deboli. Don Álvaro, quando era giovane era abituato ad occuparsi dei poveri:
aveva partecipato alle Conferenze di San Vincenzo de’ Paoli, portando aiuti e sostegno
alle famiglie povere di Madrid. Poi, sono moltissime le iniziative che, anche come
prelato dell’Opus Dei, ha ispirato a far nascere nei fedeli dell’Opus Dei e nelle
persone di buona volontà che sono in tutto il mondo. Sul sito abbiamo pubblicato una
mappa di queste iniziative che sono solo alcune di quelle nate da lui, e se ne riconoscono
effettivamente in tutti e cinque i continenti, tra ambulatori medici, centri di promozione
della donna in Africa, scuole rurali in America Latina: insomma, tutto un panorama
di bellissime iniziative di formazione, di educazione, di assistenza per i più bisognosi.
Don Álvaro è ricordato anche per la sua fedeltà al fondatore dell’Opus Dei: lui ha
guidato l’Opus Dei dopo la morte di San Josemaría Escrivá, ne è stato il primo successore,
e in questo lui ha da sempre impostato le cose come se fosse lui stesso San Josemaría
Escrivá. . D. – Perché la beatificazione si svolgerà a Madrid?
R. – Non
appena avuta la notizia della futura beatificazione si sono studiati i luoghi centrali
di Roma, diversi da Piazza San Pietro; ma in questo studio si è visto, anche a mano
a mano che aumentava il numero di adesioni e di interesse da parte di partecipanti
per la beatificazione, che sarebbe stato molto difficile. Allora la Congregazione
ha ritenuto opportuna l’altra ipotesi che il prelato dell’Opus Dei aveva avanzato
e cioè quella di celebrare a Madrid, che è la città natale. Tra l’altro, nel 2014
c’è questa bella coincidenza, che è l’anno del centenario della nascita. E poi, Madrid
è una città molto significativa perché è quella dove lui è diventato sacerdote, dove
ha conosciuto l’Opus Dei. Poi c’è anche il fatto che in questo periodo di crisi, in
questo modo molti suoi compaesani, che senz’altro vogliono partecipare alla beatificazione,
saranno facilitati, perché così non dovranno affrontare il viaggio.
D. – Come
è stata accolta la notizia della beatificazione di mons. Álvaro del Portillo?
R.
– Con grande gioia e gratitudine a Dio e anche a Papa Francesco che ha deciso di procedere
alla beatificazione di questo vescovo che tanto amò e servì la Chiesa. Anche il prelato
ha avuto parole di gratitudine in questo senso: è stato bello che la prima reazione
è stata quella di affidare proprio all’intercessione di questo beato tutte le intenzioni
del Romano Pontefice per tutto quello che sta facendo per la Chiesa, quello che ci
sta chiedendo in termini di fedeltà, di diventare più apostolici, di renderci più
conto dei bisogni degli altri. Quindi, affidiamo tutto questo al nuovo beato.