'Italicum' il laicato cattolico si interroga sulla legge elettorale. Garantire
governabilità e rappresentanza della società italiana
"Registriamo qualche
passo avanti rispetto alla precedente situazione di stallo. Tuttavia siamo vigili
perché gli obiettivi della governabilità devono andare insieme a quelli di una adeguata
capacità di esprimere rapprsentanza. Secondo Franco Miano, presidente Azione Cattolica
italiana, "è necessario che oltre a garantire la governabilità, vada tenuto in
debito conto la necessità di garantire anche rappresentanza. E’ questo, un dato molto
importante". "Quando dico la necessità di garantire anche adeguata rappresentanza,
dobbiamo essere vigili nell’evitare sbarramenti troppo forti, troppo restrittivi rispetto
al pluralismo tipico della realtà italiana. Il fatto delle liste bloccate, che ripropone
la scelta privata dei politici, pone altro problema. Sia pure con una lista bloccata
piccola, abbiamo ancora un blocco". L’Italicum, prosegue Miano, vorrebbe offrire
una maggiore efficienza e semplificazione politica. Ma è la proliferazione di realtà
intermedie che caratterizzano l’Italia, sia politica, che sociale e civile. E questo
dato non è solo un dato negativo, da spazzare via con una scelta di efficienza. E’
un dato che rappresenta una ricchezza e bisogna continuare ad interrogarsi su come
integrare complessivamente questa ricchezza nella necessità di un’efficienza". Per
il politologo Antonio Maria Baggio, "la nuova legge elettorale deve trovare equilibro
tra due istanze, tra sistema maggioritario e sistema proporzionale. Il rischio maggioritario
è quello di creare un governo appoggiato solo da una minoranza del Paese. L’Italicum
risponde alla prima esigenza: creare una maggioranza certa". "Però il modo con cui
lo fa non va bene, perché i cittadini non scelgono i parlamentari perché le liste
sono ancora bloccate. Ci sono, però, possibili rimedi. Dare almeno una preferenza
all’interno di queste liste bloccate. Altra possibilità è accompagnare alla legge
elettorale una legge che disciplini il partito. Una realtà privata con l’obbligo,
però, della massima trasparenza nel presentare i propri candidati". "Tutta l’opposizione,
sottolinea il prof. Baggio, che arriva dalla società, per scegliere i propri parlamentari,
tuttavia non è stata rispettata e la legge, così come è rappresentata, va contro la
sentenza della Corte Costituzionale. Per la Corte, infatti, non basta che siano visibili
i candidati. Bisogna che il cittadino possa scegliere perché ogni voto sia determinante
per la formazione dell’organo legislativo". "L’altro aspetto e l’abnormità del premio
di maggioranza. C’è poi il tema dello sbarramento. Si potrebbe benissimo adottare
il 5%. Ma come dare visibilità ai partiti piccoli che rappresentano milioni di persone
e diverse culture politiche che hanno diritto ad avere rappresentanza?" Carlo Costalli,
presidente Movimento Cristiano Lavoratori, ritiene "positivo che si sia messo
in moto un processo riformatore". "Nello specifico, nei temi centrali del dibattito
politico, ci sono due filoni da approfondire. Quello della governabilità con il premio
di maggioranza e, l’altro, della rappresentanza dei cittadini. Ritengo che su questo
i cattolici devono dire la propria". "Fissare la soglia del premio di maggioranza
è un errore. Suscita perplessità anche da un punto di vista costituzionale. L’altro
aspetto è l’assenza delle preferenze. Questo è un limite forte, insieme allo sbarramento
del 5%. Dobbiamo fare una battaglia in Parlamento, come laicato cattolico per dire
la nostra". "Sono un proporzionalista, conclude Costalli, ma comunque con uno sbarramento
del 3-4%, si può garantire stabilità e scelta dei cittadini. E le preferenze facilitano
la rappresentatività aiutando la governabilità". (a cura di Luca Collodi)