Appello del Papa per la Conferenza di pace sulla Siria: non si risparmino sforzi per
la fine delle violenze
Gli occhi del mondo e le speranze di un intero Paese, semidistrutto da una guerra
sanguinosissima, sono fissi da oggi sulla Conferenza di pace per la Siria, aperta
in Svizzera a Montreux e, dal 24 gennaio, in prosecuzione a Ginevra. Ad accompagnare
il delicato lavoro della diplomazia, si è levato questa mattina da Piazza San Pietro
anche l’appello di Papa Francesco, che ha chiesto ogni sforzo per mettere la parola
fine a questo dramma. Le prole del Papa e gli aggiornamenti di cronaca nel servizio
di Fausta Speranza:
“Prego il
Signore che tocchi il cuore di tutti perché, cercando unicamente il maggior bene del
popolo siriano, tanto provato, non risparmino alcuno sforzo per giungere con urgenza
alla cessazione della violenza e alla fine del conflitto, che ha causato già troppe
sofferenze”.
Per la Siria, che in 3 anni di conflitto ha visto oltre 130mila
morti e milioni di sfollati, il Papa chiede “un cammino deciso di riconciliazione,
di concordia e di ricostruzione”. Papa Francesco chiede la partecipazione di tutti
i cittadini con una raccomandazione:
“Ognuno possa trovare nell'altro non
un nemico, non un concorrente, ma un fratello da accogliere ed abbracciare”.
C’è
da dire che a Montreux la tensione è alta. "Oggi è un giorno di una speranza fragile
ma concreta", così ha iniziato il suo intervento Ban Ki-moon, segretario generale
dell'Onu. Duro l'attacco della delegazione del Governo siriano che non ha risparmiato
accuse a chi, anche tra i presenti - è stato precisato - non ha cercato alcuna soluzione
per la Siria. L’opposizione ha risposto invitando tutti i cittadini siriani ad abbandonare
il regime. Inoltre, il presidente della Coalizione nazionale siriana, Jarba, ha definito
“i mercenari internazionali presenti in Siria l'altra faccia di Assad". Ha citato
il terrorismo portato dall'Iraq, gli Hezbollah", "le forze iraniane". John Kerry,
segretario di Stato americano, ha riconosciuto, nel suo intervento, che la Conferenza
di Montreux ha tutte le carte in regola per operare il cambiamento verso la pace.
L’Alto rappresentante dell’Ue, Ashton, ha ricordato che gli eventi in Siria sono “spaventosamente
unici”. Molto concreti gli interventi delle delegazioni italiana e francese: hanno
chiesto l'immediato cessate il fuoco e corridoi umanitari. Della Conferenza ha parlato
anche il presidente iraniano, che non si trova a Montreux: da lontano ha affermato
che "alcuni Stati che sponsorizzano il terrorismo e sono responsabili dell'instabilità
della regione sono presenti a Ginevra 2”. Poi, però ha aggiunto che se la Conferenza
dovesse contribuire a portare pace e stabilità, l'Iran sarà felice del risultato".
La
guerra forse "più sporca" dei nostri tempi. Con queste parole definisce il conflitto
in Siria l'arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio
per la Famiglia, dicastero da tempo particolarmente attivo sul fronte della solidarietà
verso le famiglie siriane. Il pensiero del presule raccolto da Stefano Leszczynski:
R. - Le guerre
sono sempre sporche e brutte. La Siria probabilmente è la guerra più brutta e più
sporca di questo tempo, perché sta coinvolgendo in maniera sempre più ampia le persone
più deboli, quelli meno fortunate in un Paese, o meglio un’area, che avrebbe bisogno
di maggiore serenità. E’ una polveriera incredibilmente pericolosa... Ecco perché
il Papa - che non solo ha intuito, ma che crede nella forza della preghiera e del
dialogo - è all’origine di un processo che quantomeno cerca di evitare il peggioramento
della situazione. Come non ricordare quella preghiera di quattro ore in Piazza San
Pietro, quella sera… Che grazie a Dio toccò il cuore di tutti, anche di aveva in mano
le sorti delle azioni militari.