“Ginevra 2”. Mons. Zenari: le parti si sentano figli al capezzale della madre Siria
La popolazione siriana, sconvolta da un conflitto lungo tre anni, guarda con grande
speranza alla Conferenza “Ginevra 2”, al via oggi. Sulle aspettative per questa Conferenza,
Antonella Palermo ha raccolto il commento del nunzio in Siria,l'arcivescovo
Mario Zenari, raggiunto telefonicamente a Damasco:
R. – E’ tempo
ormai di girare pagina. Direi che già il fatto che questa Conferenza “Ginevra 2” si
apra è un grande spiraglio, anche se sappiamo che le difficoltà verranno nei giorni
seguenti. Ma già il fatto che si riuniscano e che comincino a parlarsi… Finora si
sono parlati, in questi tre anni, attraverso i cannoni, attraverso le mitragliatrici.
Quante volte le mie orecchie, anche qui a Damasco, sentivano lo scoppio di una bomba,
di un ordigno, e subito dopo la replica dei cannoni… La prima aspettativa dovrebbe
essere quella di arrestare immediatamente questa discesa agli inferi. E’ ora di bloccare
questa valanga di morte e di distruzione e far resuscitare il diritto umanitario internazionale.
Direi che questi dovrebbero essere i primi risultati della Conferenza.
D.
– Vuole commentare questo ritiro dell’invito all’Iran?
R. – L’ideale sarebbe
una partecipazione di tutti i Paesi che sono nella regione e che hanno parte un po’
a questo dramma della Siria. Naturalmente, da quello che si capisce sembra che non
ci sia stata una piattaforma comune… Occorre naturalmente capire che bisogna mettersi
d’accordo su che cosa si parla. Lakhdar Brahimi dice che questa Conferenza è un inizio
e quindi avrà vari tempi e quindi immagino potrebbe esserci ancora un momento in cui
anche l’Iran potrà associarsi. Un domani, quando si dovranno implementare le decisioni
– che speriamo siano sagge decisioni per la Siria – naturalmente tutti i Paesi della
regione dovranno essere coinvolti. Se mi consente di fare anche un appello a queste
parti che si accingono a trovarsi in un luogo, a Montreux, e che siederanno attorno
al tavolo delle trattative, io direi: più che al tavolo delle trattative io penso
al capezzale di una Siria gravemente ammalata, al capezzale della madrepatria e quando
si è al capezzale di una madre, la prima cosa da fare – se i figli sono veri figli
– è capire come far vivere questa madre, farle recuperare la vita e rimetterla ancora
in uno stato di salute. Direi che questo dovrebbe essere l’obiettivo principale di
queste parti in conflitto.
D. – Si giungerà, secondo lei, a una soluzione politica
del conflitto in Siria da questo vertice?
R. – Direi che tutti lo speriamo.
Qui lo auspicano ardentemente. La gente non ce la fa più ad andare avanti in questa
situazione. Oltre alle morti, alle stragi, alle atrocità, alle distruzioni, c’è una
povertà galoppante. Quelli che erano i ricchi naturalmente sono già partiti da tempo,
mentre quelli che erano la classe media sono diventati una classe povera, che diventa
sempre più povera ogni giorno. Anche qui farei un particolare commento: si è salutata
con grande speranza e attesa questa Conferenza di “Ginevra 2”, ma non dimentichiamo
le tantissime persone, milioni di persone, che purtroppo non possono neanche interessarsi
né a “Ginevra 1”, né a “Ginevra “2, né ai risultati, perché tutti i giorni sono alle
prese con la fame, sono alle prese con il freddo, sono alle prese con infermità… Ecco,
guardiamo a tutte queste persone, perché questi sono i principali attori di questa
Conferenza: questi dovrebbero essere lì presenti, se non fisicamente almeno simbolicamente.