Siria: marcia indietro dell’Onu che ritira l’invito all’Iran a Ginevra2
Il Segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ritira l'invito esteso in extremis all'Iran
a partecipare alla conferenza Ginevra2 sulla Siria, che in meno di ventiquattro ore
aveva scatenato una reazione a catena. I colloqui di pace, che si terranno domani
nella cittadina svizzera di Montreaux per trovare una via d'uscita alla crisi nel
Paese mediorientale - riferisce l'agenzia Ansa - rischiavano di naufragare ancor prima
di iniziare quando Ban Ki-moon ha comunicato a sorpresa la sua decisione di estendere
l'invito a Teheran. Una decisione sostenuta dalle rassicurazioni fornite verbalmente
a Ban dai vertici della diplomazia della Repubblica Islamica di sostenere pienamente
quanto contenuto nel comunicato di Ginevra2 del 30 giugno 2012, compreso quindi il
piano di azione che prevede un governo di transizione in Siria. Peccato che tali assicurazioni
siano state disattese da un comunicato giunto ieri mattina, con il quale Teheran faceva
sapere che avrebbe partecipato al negoziato, ma "senza precondizioni". Così, attraverso
il suo portavoce, Martin Nesirky, il leader del Palazzo di Vetro ha fatto sapere di
essere "profondamente deluso" e "costernato", e ha stracciato l'invito della Repubblica
Islamica. "Il comunicato di Ginevra2 rimane la base su cui la comunità internazionale
discuterà alla conferenza di Montreaux per porre fine alla crisi", ha aggiunto Nesirky.
L'opposizione siriana, che subito dopo l'annuncio dell'invito a Teheran aveva minacciato
di boicottare i lavori, ha espresso soddisfazione per il cambio di rotta delle Nazioni
Unite e conferma la sua partecipazione a Ginevra2. Soddisfatto per la marcia indietro
anche Washington che aveva posto la condizione che l'Iran desse "sostegno pubblico
ed esplicito", considerato "un requisito minimo" per la partecipazione ai lavori.
Una linea seguita dall'Arabia Saudita, ma anche dagli europei - riuniti a Bruxelles
nel Consiglio Esteri – con Francia, Gran Bretagna e Italia in prima fila. Condizione
a cui Teheran aveva risposto picche.